Ci sono voluti parecchi giorni di incontri e “trattative” più o meno riservate, ma alla fine Cobas, Unicobas e Gilda si sono accordati: il 12 maggio sarà sciopero del comparto scuola.
Non ci vuole molto per capire che l’iniziativa assume un rilievo politico di tutto rispetto.
Intanto perchè segna il “passaggio” della Gilda dallo schieramento dei sindacati del comparto a quello del sindacalismo “alternativo”.D’altronde già con la mancata firma del CCNI sulla mobilità da parte del sindacato di Rino Di Meglio si era capito che gli equilibri fra le diverse sigle sindacali stavano cambiando.
Lo sciopero del 12 riguarderà un po’ tutti i problemi sul tappeto: l’ accordo sulla mobilità, i quiz invalsi, il rinnovo del contratto, l’applicazione della legge 107.
“L’attuazione della legge – sostiene l’Unicobas – va bloccata qui ed ora, senza se e senza ma e non validata con inciuci contrattuali sulla mobilità del personale. Per parte loro, invece, Cgil, Cisl, Uil e Snals soccorrono il Governo ed accettano chiamata diretta ed ambiti territoriali, architravi della controriforma. Con questo sciopero unitario in campo non hanno più alibi: disdire l’intesa e scioperare con noi o rimanere definitivamente schierati con Renzi e la Giannini”.
Unicobas fa osservare che “l’accordo ‘con sequenza contrattuale’ raggiunto fra il Ministero ed i sindacati tradizionali è inaccettabile: i vari ‘movimenti’ relativi alla mobilità del personale docente ed ata implicano enormi disparità di trattamento non solo fra gli insegnanti stabilizzati ante-legem 107/2015 ed i neo-assunti, ma anche fra le quattro fasi della nuova campagna di reclutamento”.
Sotto accusa ci sono poi anche altri aspetti della Riforma, dall’organico potenziato che avrebbe determinato – secondo Cobas, Unicobas e Gilda – un vero e proprio demansionamento di migliaia e migliaia di docenti costretti a insegnare in ordini di scuola diversi dal proprio con significative ricadute negative sulla qualità dell’insegnamento.
Per non parlare poi della questione del “merito” e dei comitati di valutazione che certamente “esploderà” nelle prossime settimane quando i dirigenti scolastici dovranno distribuire il fondo.
Situazione complicata dal fatto che in molte scuole, soprattutto per l’intervento di Unicobas, i comitati risultano bloccati o addirittura non costituiti.
C’è infine il tema della prove Invalsi che da sempre vengono osteggiate dai sindacati di base.
E infatti lo sciopero unitario del 12 sarà anticipato da uno sciopero Cobas nei giorni 4 e 5 quando verranno somministrati i “quiz” nella scuola primaria (allo sciopero aderisce anche promuovendo con SGB uno sciopero di mansione, limitato cioè alle sole ore in cui si svolgeranno le prove).
Adesso non resta altro da fare che attendere la “risposta” dei sindacati confederali e dello Snals che per il 28 aprile hanno convocato una assemblea nazionale delle RSU.
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