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Cocaina, il triste primato dei giovani disoccupati

Aumentano i consumatori occasionali di cocaina. E la fetta più consistente è rappresentata dai giovani: dal 2001 al 2008 tra i ragazzi tra i 15 ed i 35 anni hanno fatto aumentare i consumi dall’1,7% al 3,3%. I preoccupanti dati sono stati presentati il 22 settembre a Roma, presso l’Aran Park Hotel, nel corso del Convegno nazionale “Cocaina” da Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa (Ifc-Cnr) e responsabile delle indagini epidemiologiche Ipsad (Italian Population Survey on Alcool and Drugs) ed Espad (European school project on alcohol and other drugs).
Se nel 2001 gli italiani che avevano fatto uso di cocaina almeno una volta nel corso dell’anno erano poco più di 400.000 (l’1% della popolazione residente fra i 15 ed i 64 anni) si stima che – ha detto Molinaro – nel 2008 tale numero sia cresciuto fino a raggiungere il 2,2% e dunque circa un milione di persone. È invece stabile, in tutte le indagini effettuate dal 2001 ad oggi, la percentuale di persone che ne assumono sistematicamente, pari allo 0,7% e a circa 300.000 persone”.
Fa pensare anche l’alto incremento, nello stesso arco di tempo, evidenziato fra i 35-44enni: “in questa fascia d’età coloro che hanno sperimentato la sostanza sono decuplicati: dallo 0,1% nel 2001 all’1% dei rispondenti nel 2008, ha sottolineato la ricercatrice Ifc-Cnr.
Le regioni dove la sostanza registra prevalenze di consumo maggiori sono Lombardia (3,4% dei residenti fra i 15 ed i 64 anni), Lazio (3,2%) Piemonte (3%) Liguria (2,6%). Per quanto riguarda i sessi, “sono in maggioranza i maschi, circa il doppio rispetto alle donne: sia per ciò che riguarda i consumatori frequenti (1,1% uomini, 0,5% donne), sia per quanto riguarda il consumo occasionale, dove gli uomini registrano una prevalenza d’uso che cresce dall’1,8% dei 15-64enni intervistato nel 2001 al 3,4% del 2008, mentre le donne passano dallo 0,7% all’1,5%”.
Ma il dato forse più inquietante è quello delle categorie professionali più dedite alle cocaina. “Nel 2008 – ha spiegato la ricercatrice – il primato va ai disoccupati: il 5% dei partecipanti allo studio senza lavoro riferisce uso nel corso del 2008; seguono artigiani (3,9%), commercianti (3,2%) e operai (3%), imprenditori e dirigenti (2,8%), studenti (2,6%), impiegati (1,5%) e, sotto l’1%, casalinghe e pensionati. La classifica è quindi del tutto invertita rispetto al 2001 e al 2003, quando erano manager e titolari di azienda quelli con prevalenze maggiori”.
Per quanto concerne poi le modalità di assunzione, “la via di consumo d’elezione è l’inalazione, ma circa i due terzi di coloro che inalano cocaina la fumano anche nelle sigarette, esiste poi una minoranza (1,2%) di soggetti che assume la sostanza per via endovenosa, inalata e fumata”. Con costi che nel 40% dei consumatori che hanno partecipato all’indagine nel 2008 è stato superiore ai 100 euro nell’ultimo mese.
Significativo anche un altro dato: la maggior parte di coloro che consuma cocaina fa uso anche di altre sostanze: il 74% fuma sigarette quotidianamente, l’85% cannabis saltuariamente. “Un dato costante dal 2001, mentre è aumentato dal 10% al 15% tra il 2003 e oggi l’uso di eroina da parte dei consumatori di cocaina”. Risulta molto frequente anche la combinazione con l’alcool: tra i forti bevitori il consumo di cocaina è 15 volte più diffuso che nella popolazione media.
Sono, infine, molti i comportamenti a rischio attuati in concomitanza dell’uso di questa sostanza, nonostante l’ammissione degli effetti deleteri che essa provoca. Sostanzialmente la totalità dei consumatori (99%) ha guidato l’auto dopo aver assunto cocaina (non a caso il 68% è rimasto coinvolto in incidenti stradali), e tra di essi la maggioranza (il 42%) ammette di averlo fatto una decina di volta nel corso dell’anno e il 34% addirittura abitualmente, mentre solo il 25% riferisce di averlo fatto solo in casi eccezionali.
Alessandro Giuliani

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