Negli ultimi anni la scuola italiana ha iniziato a familiarizzare con termini come coding e robotica. Sono, infatti, sempre più numerose le iniziative scolastiche che si intersecano con il mondo dei robot e della programmazione informatica come i Coderdojo, gruppi virtuali che esistono in 114 paesi del mondo, le gare di robotica o anche i laboratori di scratch. Gli alunni, fin dalla scuola primaria, hanno dimostrato non solo un forte interesse, ma anche una buona predisposizione al pensiero computazionale. Robotica e coding si sono, così, ben presto rivelati interessanti strumenti per lo sviluppo di competenze trasversali e di processi logici e creativi, funzionali nel mettere al centro del processo di apprendimento lo studente.
Queste potenzialità hanno creato le basi per l’avvio della ricerca Indire che dal 2014 indaga come la robotica ed il coding possano essere utilizzate all’interno del curricolo e delle discipline, sperimentando con i docenti progettazioni didattiche ad essi correlate nella prospettiva della verticalità, il computational thinking e approcci alla programmazione in un’ottica ampia, che comprende anche la relazione tra codice e linguaggi, basata sui processi di formalizzazione propri della logica e della filosofia analitica.
In particolare, l’attività d’indagine si è soffermata su alcuni aspetti riferibili ai docenti, agli studenti e alla scuola nel suo complesso, che riguardano, ad esempio, la metodologia, l’integrazione nel curriculo, l’organizzazione dell’attività scolastica e la modalità di apprendimento. La metodologia sottende ogni aspetto legato al docente ed allo studente, il curricolo e gli apprendimenti sono connessi dalle discipline che a loro volta sono, nelle modalità, influenzate dalla organizzazione scolastica e dagli agenti esterni. Infine, lo studente si avvicina all’apprendimento tramite la pratica che è influenzata dalla metodologia ed è racchiusa nel curricolo, e sviluppa la propria creatività in stretta correlazione con tutti gli altri fattori. Fare coding e robotica a scuola significa, quindi, affrontare l’attività didattica secondo un modello innovativo che non è più di tipo “trasmissivo”, ma basato su laboratori dove è lo studente stesso ad attivare il processo di scoperta della conoscenza, mettendosi “alla prova”, mentre il docente diventa un facilitatore.
Attualmente la sperimentazione vede coinvolti più di cento docenti, ma l’obiettivo del gruppo di ricerca Indire è quello di ampliare questo numero. Sono state inoltre strette alcune importanti relazioni con altre istituzioni attive in questo campo come l’Università Politecnica delle Marche, con cui annualmente i ricercatori Indire collaborano all’organizzazione di Fablearn Italy, la conferenza internazionale sui principi del Making e della Robotica Educativa nella didattica formale, non-formale e informale, e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Insieme, sono al momento al lavoro per l’organizzazione del convegno “IBR21 – Interazione Bambini Robotica 2021” che si terrà online il 13 e 14 aprile prossimi. Filo conduttore dell’evento saranno i temi legati all’interazione bambino-robot con particolare riferimento alle applicazioni psico-pedagogiche della robotica, alle metodologie di utilizzo e alle tecnologie in campo. Fino al 31 gennaio è possibile partecipare alla call for paper inviando un abstract del proprio intervento.
Per saperne di più Visita il sito ufficiale del progetto di ricerca Indire su Coding e Robotica educativa
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