Attualità

Coding, ecco perché è importante studiarlo a scuola

In un futuro sempre più caratterizzato da Internet, IoT, Intelligenza artificiale, App e Social, lo sviluppo del pensiero computazionale deve diventare un riferimento strutturale del sistema didattico italiano.

Premesso che sono stati fatti enormi passi avanti rispetto a qualche anno fa, possiamo finalmente dire che lo studio del coding è entrato nelle aule delle scuole del nostro Paese, ma di fatto manca un vero e proprio processo di Istituzionalizzazione di questa competenza all’interno dei programmi didattici.

Perché è importante lo studio del coding

I giovani di oggi quando entreranno nel mondo del lavoro, avranno l’esigenza di avere competenze e abilità per risolvere problemi sempre nuovi perché a richiederlo saranno le professioni del futuro ancora oggi tra l’altro neanche conosciute. Basti pensare che molti lavori di oggi erano semplicemente fuori dalle idee di chiunque solo pochi anni fa.

L’esperto Mitchel Resnick, docente del MIT ha fornito a riguardo uno spunto interessante: partendo dal presupposto che il saper leggere e scrivere fluentemente non implica che tutti diventino automaticamente scrittori analogamente per la programmazione ,studiare coding non presuppone che tutti diventino esperti di informatica o programmatori, ma consentirebbe loro invece, di allenare “l’abilità di pensare in modo creativo, collaborare con gli altri, gestire e risolvere un problema.”

Il coding nel PNSD e nel PNRR

Nel Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) si fa riferimento al Coding e al pensiero computazionale (in particolare presenti su Azione #17 e Azione #29), seppur in termini di progettualità.

Per ulteriore dettaglio, nella legge 233 del 30 dicembre 2021, entrata in vigore il 1° gennaio 2022, è presente l’art. 24-bis “Sviluppo delle competenze digitali” nel quale, in relazione all’attuazione del PNRR, è scritto:“… per favorire e migliorare l’apprendimento e le competenze digitali, a decorrere dall’anno scolastico 2022/2023 e per un triennio, il Piano nazionale di formazione dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado, . individua, tra le priorità nazionali, l’approccio agli apprendimenti della programmazione informatica (coding) e della didattica digitale.

Inoltre, “a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026, nelle scuole di ogni ordine e grado si persegue lo sviluppo delle competenze digitali, anche favorendo gli apprendimenti della programmazione informatica (coding), nell’ambito degli insegnamenti esistenti.”

In sostanza si cita all’importanza e alla necessità che venga introdotto tale studio nei piani didattici ma con quale piano e modalità attuativa non è stato fatto cenno.

Coding e pensiero computazionale

Per evitare ogni dubbio tra i termini coding e pensiero computazionale, è doveroso precisare che pensiero computazionale è un approccio che va ben oltre il senso tecnologico relativo all’informatica ma deve essere altresì visto come una forma di pensiero che è parte integrante nella nostra vita. In pratica ogni nostra azione che compiamo, anche quelle di routine; segue sempre un percorso prestabilito, applichiamo un processo che prevede l’analisi del problema, si individua una possibile soluzione per poi mettere in atto tutti i passaggi per arrivare alla soluzione stessa.

Per quanto riguarda il coding, il termine deriva dal verbo “to code”, ovvero programmazione che comprende tutte le diverse attività che partono dalle fasi di progettazione, come l’ideazione, la codifica la prova, la correzione, la preparazione della documentazione per arrivare a sviluppare un programma.

Lo studio del pensiero computazionale nell’accezione più ampia che abbiamo visto è fondamentale per la crescita dei ragazzi perché fa crescere e formare in loro il pensiero creativo, la capacità di ragionare nell’affrontare un problema trovando soluzioni alternative in maniera originale e quindi creativa. Capacità che poi potranno “sfruttare” nella vita di tutti i giorni.

Senza tralasciare che secondo gli esperti del mercato del lavoro nel 2030 le competenze digitali saranno tra i requisiti più richiesti dalle aziende.

Dino Galuppi

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