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Coding, le basi della programmazione si insegnano giocando coi Lego

Imparare le basi della programmazione informatica giocando. Quello che sembrava un sogno, oggi è veramente possibile, grazie ad una nuova applicazione lanciata da Apple.

Si chiama “Swift Playgrounds”. Attraverso una nuova release, appena rilasciata, è possibile infatti attuare il cosiddetto coding e gestire in modo semplice alcuni dei più famosi smart toys presenti sul mercato.

Come i droni Parrot, Sphero SPRK+, la versione programmabile della magica sfera rotolante, Skoog, il cubo tattile e altri robot meno noti il kit MeeBot Jimu Robot di UBTECH e Dash di Wonder Workshop. Tutto è già pensato per gli studenti delle elementari confezionato e pronto all’uso.

Ma la vera sorprendente novità è che grazie alla partnership con la Lego è possibile gestire un packet completo di sensori e di piccoli pezzi technics che consentono di costruire dei veri robot.

Il DDAY ha provato uno di questi Kit (qui l’articolo completo): il linguaggio di programmazione è lo stesso Switft che è alla base dei programmi IOS, ovviamente trasformata in gioco per consentire ai bambini di viverla come esperienza positiva, pur mantenendo intatti i concetti base della programmazione stessa.

Sembra, almeno dai racconti di chi lo ha provato, che sia molto semplice seguire le varie sessioni e cominciare a programmare l’hardware.

L’unico problema è rappresentato dal fatto che al momento tutti i moduli di apprendimento sono in lingua inglese, serve pazienza da parte dell’insegnante per aiutare nella traduzione gli studenti.

Il modulo per la programmazione di un robot richiede l’hardware necessario: Swift Playgrounds è gratuito, ma ovviamente non lo sono né l’iPad e neppure il Lego Mindstorm EV3, kit bellissimo dal costo però non indifferente di 349 euro.

Inoltre, il prodotto Lego, così come riportano le testimonianze di chi l’ha provato, è molto flessibile: perché, oltre ad essere un Lego a tutti gli effetti con moltissime soluzioni di montaggio, è anche programmabile in diversi linguaggi.

 

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Come riporta DDAY, “si può partire con il classico Sketch o i vari programmi a blocchi, indicati dai 5/6 anni, passare a Swift Playgrounds dai 7 ai 10 anni e poi volendo anche Javascript, Ruby, Python e ogni altro linguaggio che viene in mente. Un investimento che dura nel tempo.”

È bene sapere, inoltre, che saper programmare è importante ma è fondamentale cominciare a farlo da giovani. Gli esperti sono convinti dei molti effetti positivi: aiuta la memorizzazione, l’intuito e stimola la fantasia.

È molto importante, quando si comincia da piccoli, far vivere questa esperienza sotto forma di gioco: il divertimento è un aspetto che non deve mai mancare per un bambino che approccia a questa tematica. Altrimenti, dicono gli esperti, non avrà i necessari stimoli per andare avanti.

Questo metodo che Apple e Lego stanno lanciando sul mercato, non è il solo disponibile. Ci sono tante altre soluzioni, di ogni tipo e destinate a giovani di tutte le età, e molte di queste sono altrettanto valide.

Di sicuro, è importante fornire ai bambini gli strumenti per imparare a programmare. Sia a casa che a scuola, per dare loro la possibilità di adottare una innovativa metodologia di apprendimento.

 

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Dino Galuppi

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