“Chiedere agli insegnanti di sorvegliare gli alunni durante le attività di didattica flessibile, cosiddetta di cogestione, è un onere non indifferente, ingrato e pure rischioso: in queste occasioni, i ragazzi delle scuole superiori si trovano anche in zone ‘franche’, come i bagni, dove poter agire liberamente, magari anche bevendo alcol, e senza che gli insegnanti possano mettervi piede. I docenti, come accaduto qualche giorno fa al liceo Russel di Roma, rischiano di passare dei guai livello di sanzioni disciplinari: in quell’occasione, l’Ufficio Scolastico ha avviato delle indagini, al fine di risalire ad eventuali colpe o inosservanze nel controllo degli allievi, perchè una ragazza è stata trasportata d’urgenza all’ospedale quasi in coma etilico”.
A dirlo è stato il nostro direttore responsabile, Alessandro Giuliani, a colloquio, il 29 gennaio, con Radio Cusano nel corso della trasmissione ‘Open Day’.
“Sicuramente – ha detto Giuliani – le famiglie e gli studenti hanno un vantaggio nell’organizzare la loro forma di protesta attraverso la didattica alternativa, soprattutto quando vengono coinvolti esperti, intellettuali, giornalisti che vi partecipano come invitati. Perché si tratta di una modalità, se ben organizzata, contiene dei connotati formativi.
“Di contro, le occupazioni sono condotte solo da una parte di studenti e non di rado si concludono con l’intervento delle forze dell’ordine, con possibili ulteriori code giudiziarie. Gli insegnanti, invece, hanno poco da guadagnare dalle esperienze di cogestione, visto che sono anche sottoposti a turni di sorveglianza per verificare l’operato degli alunni. E i controlli devono anche essere accurati. Ma i professori possono fare poco quando si ritrovano con degli studenti che escono dal bagno ubriachi”.
Insomma, ai docenti viene chiesto di controllare il comportamento di studenti sostanzialmente in una situazione di libertà, pur all’interno di un sistema scolastico organizzato. “Basta che il 10 per cento di alunni, anche meno, decida di uscire dalle regole – ha continuato il direttore – per creare delle situazioni antipatiche e di difficile gestione. Al Russel di Roma diversi docenti si sono lamentati proprio di questo: ha detto apertamente che sono stati buttati anni e anni di sacrifici e di duro lavoro, con una vicenda di cronaca che in un solo giorno ha rovinato l’immagine della scuola e che forse potrebbe incidere negativamente pure sulle iscrizioni al prossimo anno scolastico”.
Durante la trasmissione del 29 gennaio si è anche parlato di rinnovo del contratto, per il quale non si scioglie il nodo delle risorse della Buona Scuola da inserire nel tabellare dello stipendio, senza contare che si sono aggiunti anche problemi sul versante della parte normativa.
Un altro argomento affrontato è stato quello delle proteste in arrivo del personale su spinta di alcuni sindacati minori, sotto forma anche di scioperi, per via della sentenza dell’adunanza plenaria dal Consiglio di Stato che lascia fuori della GaE decine di migliaia di maestri con diploma magistrale: “il Miur, intanto, continua ad attendere il parere, su come eseguire quella sentenza, da parte dell’Avvocatura di Stato e l’impressione è quella che ad occuparsi della faccenda alla fine sarà il nuovo Governo”.
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