L’Italia detiene da anni il triste primato dei Neet, i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che non studiano né si formano e non hanno un’occupazione: il Coronavirus ha aggravato la situazione di questo esercito di ragazzi senza meta giornaliera. Lo dice il rapporto trimestrale sull’occupazione pubblicato dall’esecutivo dell’Unione europea.
Nel nostro Paese – si legge nel rapporto finale dello studio – i giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano né studiano hanno raggiunto in percentuale il 20,7% nel secondo trimestre del 2020: si tratta di un dato record seguito da quello messo a segno dalla Bulgaria (15,2%) e dalla Spagna (15,1%).
Nel secondo trimestre in tutta l’Unione europea il tasso di Neet è aumentato dell’11,6% rispetto allo stesso trimestre del 2019: solo che in Italia è salito di più. Soprattutto tra i 15-29enni: i Neet nel Belpaese si sono incrementati di oltre 10 punti oltre la media Ue del 14,8%.
Nella media del 2019 i Neet italiani tra i 15 e i 24 anni erano il 18,1% del totale della popolazione nella fascia di età considerata (con quasi un ragazzo su cinque a spasso, senza scuola e senza lavoro) mentre la percentuale in Ue si fermava al 10,1%. (5,7% in Germania, 10,6% in Francia). Nella fascia 15-34 anni, sempre nel 2019 i Neet in Italia erano il 23,8% a fronte di una media Ue del 14%,8.
Insomma, il dato italiano che rimane sempre di gran lunga il peggiore in Europa
Nei mesi successivi la situazione è migliorata, probabilmente a seguito della riattivazione di una buona parte delle attività e della ripresa dei contratti stagionali avviati la scorsa estate
Secondo lo studio Ue, quindi, la pandemia ha “inasprito una situazione già difficile per i giovani italiani che restano tra i meno istruiti e i meno occupati in Europa”. Ora, però, con la seconda ondata si teme di nuovo un aumento dei Neet.
Anche per quanto riguarda i titoli di studio conseguiti in Italia le cose non vanno meglio. Dal Report dell’Istat pubblicato in estate risulta che gli italiani risultano tra fra gli ultimi in Europa pure per il livello di istruzione: solo Spagna, Malta e Portogallo hanno valori inferiori all’Italia.
Nel nostro Paese il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni in Italia detiene almeno il diploma, mentre la media dei 28 Paesi dell’Ue è pari al 78,7%.
Sui singoli Paesi il gap diventa ancora più alto: si guardi, ad esempio, all’86,6% della Germania, all’80,4% della rancia, all’81,1% del Regno Unito.
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