Cosa ha spinto il Governo a trattare diversamente gli insegnanti e gli Ata non vaccinati o che non hanno preso il Covid negli ultimi sei mesi per il loro ritorno al lavoro – previa presentazione di un tampone – rispetto ad altri lavoratori no vax? Perché i docenti, in particolare, non potranno avere contatti con gli alunni? È quello che si stanno chiedendo in tanti, soprattutto perché non sarà facile trovare un’occupazione a questi lavoratori, visto che nelle scuole la presenza degli alunni si materializza praticamente dappertutto.
Detto ciò, a far discutere – assieme alle difficoltà di attuazione della norma e di finanziamento dell’operazione, a carico di fatto delle singole scuole – sono però anche le discrepanze di trattamento: in base alla versione definitiva del decreto legge numero 24 approvato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 24 marzo, infatti, contemporaneamente ai docenti non vaccinati potranno rientrare in servizio, sempre con il Green pass base, anche militari e appartenenti a forze dell’ordine che non si sono voluti sottoporre a vaccinazione anti-Covid.
Solo che per loro, per i lavoratori in divisa, non sono previste limitazioni di impiego o mansioni di servizio “alternative” a quelle previste dal contratto collettivo nazionale.
C’è poi un altro aspetto sinora non emerso: chi ha detto che il rientro in servizio dei dipendenti della scuola non vaccinati possa materializzarsi dal 1° aprile prossimo? Nel decreto 24 non è specificato questo. Più di qualcuno, non a caso, fa notare che i decreti legge entrano in vigore dal giorno dopo la loro pubblicazione, quindi in questo caso dal 25 marzo.
Ma è anche vero che nel decreto viene riportato che “dal 1° aprile 2022 fino al termine delle elezioni dell’anno scolastico 2021/2022”, i dirigenti scolastici provvedono alla sostituzione del personale docente e educativo non vaccinato mediante l’attribuzione di contratti a tempo determinato”.
Il dubbio su quando passano tornare a scuola i docenti e Ata non vaccinati, quindi, rimane in piedi.
Chi non sembra avere dubbi è il capo della Polizia, Lamberto Giannini, che in una Circolare prodotta nell’ultimo giorno si sofferma sul fatto che “ciascuno dei dipendenti sospesi sia reso edotto” della riammissione “in servizio a decorrere dal 25 marzo 2022“. E non vi è, sempre per i poliziotti, alcun riferimento a mansioni particolari o sostitutive da intraprendere.
Coloro che svolgono invece professioni sanitarie, sempre non vaccinati, infine, continueranno a rimanere sospesi dal servizio e senza stipendio sino alla fine dell’anno solare, quindi fino al 31 dicembre 2022.
Comunque sia è bene ricordare che i nella scuola i lavoratori non vaccinati sospesi – e che comunque fino al 15 giugno saranno fuori legge, poiché l’obbligo vaccinale resta, come pure rimane confermata la sanzione amministrativa di 100 euro – sono inferiori all’1% del personale in servizio. Quindi dovrebbero essere meno di 10mila (circa la metà docenti).
Considerano che in Italia i plessi scolastici sono oltre 40mila, viene da sé che stiamo parlando in media di un insegnante o amministrativo o collaboratore scolastico ogni cinque plessi. Dunque, la modesta consistenza numerica del personale coinvolto non dovrebbe produrre (come del resto non lo ha fatto negli ultimi 6-7 mesi) particolari influenze sul servizio scolastico.
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