Il boom del settore della ristorazione si rintraccia nella scelta della scuola superiore da parte dei giovani. E’ quanto emerso da un incontro tra gli studenti dell’istituto alberghiero “Pellegrino Artusi” di Roma che, nelle tre aree di specializzazione (accoglienza, servizio di sala e cucina) hanno dato prova del know how acquisito al cospetto di tre chef stellati, Marco Martini, Riccardo di Giacinto e Giuseppe di Iorio.
Quindi, come riporta l’ANSA, il lavoro nel settore ristorazione, appena conseguito il diploma all’Alberghiero, si trova ed è anche piuttosto ben retribuito, oltre 1500 euro; uno stipendio che realisticamente pochi ventenni possono vantare. E per quelli che scelgono di partire all’estero, da Dubai a Londra, le possibilità di essere assunti per aspiranti chef e maitre aumentano ulteriormente. Tuttavia, ci sono anche gli studenti che, una volta raggiunto il fatidico pezzo di carta rinunciano a offerte di lavoro stagionale per fare la vacanza con gli amici.
“E’ boom di iscrizioni ma una volta preso il diploma – ha lamentato il docente Enrico Camelio – c’è anche chi rinuncia all’ingresso nel mondo lavorativo per i sacrifici che richiede. E noi non riusciamo a evadere le richieste di stagionali, neanche per una esperienza lavorativa a Ponza”. L’istituto, nominato “Polo eccellenza” per la valorizzazione dei prodotti tipici e titolare del progetto europeo Leonardo da Vinci Pro Terris, conta 1610 iscritti, ha precisato la preside Antonietta De Angelis, sottolineando che la proporzione è di 5 a 2 tra gli aspiranti chef e addetti alla sala, e una proporzione di 5 a 1 sempre tra cucina e l’accoglienza.
Trasmissioni televisive del momento come Masterchef, hanno sicuramente rafforzato le aspirazioni dei futuri chef, ma sottolinea Di Iorio, lo chef dell’Aroma Restaurant che ha studiato all’alberghiero Tor Carbone, “il lavoro di chef non è quello che si vede in tv. Lì ormai siamo i nuovi calciatori, ma il nostro è un lavoro di fatica e di responsabilità, un mestiere che ti offre molto ma ti chiede altrettanto impegno”.
Anche nella capitale comunque, qualcuno riesce a sfondare: “come capo partita – ha detto Michele Bernardini – ho già ricevuto l’offerta di un contratto a 4 anni rinnovabile. Realizzo il mio sogno, a 13 anni mi piaceva più tendere la sfoglia che giocare a pallone. E ora posso proporre il baccalà a modo mio, con la nduja”.
“Guardiamo alla ristorazione top – ha aggiunto la preside – ma anche a quella collettiva e alle trattorie perché ogni allievo ha la sua vocazione. L’inclusione è il fiore all’occhiello della scuola. Cerchiamo di inserire ragazzi stranieri (Brandan è un filippino campione per la pasta alla carbonara) e giovani con la sindrome di Down e autistici dando loro opportunità lavorative in base alle loro capacità”. Negli ultimi due anni sono 400 le ore previste di alternanza scuola/lavoro. Nel prossimo anno scolastico l’Artusi promuove corsi per giovani “in abbandono morale, quelli che né studiano né cercano lavoro”.
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