Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Col nuovo anno la legge sul merito nella scuola e all’università

Col nuovo anno la legge sul merito nella scuola e all’università

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Trattandosi di un decreto, come ha annunciato il ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, la sua conversione in legge è prevista per fine e state e quindi già in vigore col nuovo anno scolastico.
La riforma dell’assegnazione del merito riguarda sia la scuola che l’università.
 Nelle grandi linee verrebbe istituita la figura dello studente dell’anno, che ogni scuola eleggerà fra coloro che agli esami di stato hanno ottenuto100 e lode. A lui sarà assegnata una borsa di studio e uno sconto del 30% sulle tasse universitarie; ma premi pure per le scuole migliori, mentre per gli studenti particolarmente bravi dell’università  è previsto un premio che consiste nella partecipazione gratuita a dei corsi estivi di master class. 
E cambierebbe pure l’accesso ai concorsi per ricercatore, che metterebbe però in crisi la riforma epocale della Gelimini. .
Contestualmente  la CisScuola esprime preoccupazione e dissenso per il modo in cui il ministro Profumo si accingerebbe a varare misure volte a premiare gli studenti meritevoli. La scuola non sia palestra di inutili competizioni.
Il merito, nella scuola, va certamente riconosciuto e promosso, ma non possiamo accettare che si stravolga l’anima del sistema scolastico, rischiando di trasformarla in palestra di competizioni improprie, che esaltano atteggiamenti individualistici ed egoistici.
Dalla competitività fra studenti si passerebbe poi alla concorrenza fra istituti scolastici, utilizzando agenzie di certificazione esterne e strumenti di valutazione impropri, come le prove Invalsi, che hanno ben altra finalità e il cui senso risulterebbe clamorosamente travisato.
Ci pensi bene il ministro: gli consigliamo, prima di dare seguito a quelle anticipazioni, un sovrappiù di riflessione, per non avviarsi su una strada destinata a produrre effetti opposti alle intenzioni, facendo compiere alla scuola un passo indietro che la riporterebbe inopinatamente ad un modello gentiliano, ciecamente selettivo; l’esatto opposto di ciò che oggi serve al Paese, una scuola che promuove i talenti ma realizza inclusione, aiutando tutti a raggiungere traguardi di competenza culturale, sociale e professionale.