Abbiamo più volte parlato delle 216 scuole nuove che verranno edificate con i fondi del Pnrr secondo standard avanzatissimi di innovazione e sostenibilità con ricadute dirette anche sulla didattica. Un numero persino più elevato rispetto alle 195 inizialmente previste, grazie a un aumento dei finanziamenti da 800 milioni a un miliardo e 189 milioni di euro. 216 scuole nuove su circa 40mila edifici scolastici italiani.
Ricordiamo tuttavia che parliamo di scuole costruite da zero, mentre per la messa in sicurezza degli edifici, il Pnrr finanzierà 2158 interventi di edilizia scolastica. Ma anche in questo caso le cifre ci paiono del tutto irrisorie: su un totale di circa 40mila istituti significa intervenire su circa il 5% del totale degli edifici italiani.
Non stupiscono i commenti in proposito: “La montagna del Pnrr ha partorito un topolino,” afferma provocatoriamente Paola Bortoletto, neo presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici nel corso della relazione tenuta durante l’undicesimo congresso dell’Andis a Pimonte (Napoli). “Non possiamo accettarlo, servono più risorse sull’edilizia – dichiara – ma anche più risorse sul sistema integrato 0-6. Inoltre dobbiamo puntare sul rilancio dell’Istruzione Professionale offrendole piena dignità, valorizzando le scelte dei ragazzi, offrendo loro ambienti di apprendimento motivanti partendo da un nuovo modo di ripensare il rapporto scuola/lavoro”.
E lancia l’iniziativa di “un osservatorio permanente sulle povertà educative e l’inclusione, che diventi luogo di confronto e di scambio di buone pratiche, alla luce di una crisi economico-sociale che si preannuncia dura proprio in quelle realtà che avrebbero più bisogno di combattere abbandono e dispersione scolastica”.
“Occorre poi rilanciare il Sistema Nazionale di Valutazione per non cadere nell’autoreferenzialità, investire sulla valutazione formativa che accompagna il processo di apprendimento intrecciandosi con l’insegnamento, che non si ferma alla misurazione, ma include l’apprezzamento dell’insegnante e porta alla conoscenza e quindi alla trasformazione, che comprende l’autovalutazione e lo sviluppo metacognitivo, che considera l’apprendimento un processo incrementale”.
Infine il tema della cruciale della formazione iniziale e in servizio e delle procedure di reclutamento sul quale, conclude la neo presidente Andis, “non può essere trascurato il fatto che la formazione più generativa è quella ancorata alla ricerca di base, ai percorsi di ricerca-azione, ad una progettazione delle scuole che possono avvalersi della collaborazione dell’associazionismo professionale e dell’Università”.
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