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Colao, l’innovazione digitale come strumento per ridurre il gap sociale

L’innovazione digitale come equalizzatore di differenze, elimina le distanze e i gap sociali consente di superare le barriere e di far accedere tutti allo stesso modo alle informazioni.

E’ stato il Neo Ministro Colao in una recente intervista ad affermare l’importanza dell’innovazione digitale come strumento per eliminare il gap sociale perché “dà opportunità di fare quello che normalmente si avrebbe avuto con dei costi elevati, consentendo a tutti di trovare la strada che più si addice alla sua vita e al percorso professionale”.

Insomma, le tecnologie digitali assolvono anche un ruolo sociale determinante per il futuro degli studenti di oggi.

I dati del DESI

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) redatto dal precedente Esecutivo potrebbe essere rivisto pesantemente dal Governo Draghi per trovare la necessaria convergenza con i dati espressi dal Rapporto Colao redatto da una task force di esperti in cui erano presenti oltre allo stesso neoministro dell’Innovazione e Transizione Digitale, Vittorio Colao, anche altri due degli attuali ministri ovvero Roberto Cingolani (Transizione Ecologica) e Enrico Giovannini (Trasporti). In particolare, Il rapporto chiamato “Italia 2020-2022” e il Digital Economy and Society Index (DESI) 2020”, esprime le iniziative necessarie per il rilancio del nostro Paese e l’indice,elaborato dalla Commissione europea ogni anno, che sintetizza gli indicatori delle performance digitali dell’Europa e di ogni Stato membro dell’Ue.

In sostanza Il DESI è una fotografia della digitalizzazione dell’economia e della società europea fatta a fine 2019, ossia ad un periodo che precede l’impatto del covid-19. Classifica che per noi è purtroppo impietosa perché torniamo al 25° posto sui 28 Paesi dell’Ue dopo il piccolo avanzamento dell’anno precedente quando eravamo al 23°. Dietro a noi troviamo solo Bulgaria, Romania e Grecia, davanti tutti gli altri.

Relativamente al comparto della scuola il rapporto Colao evidenzia come il tema delle competenze e del capitale umano è al momento il più doloroso per l’Italia , con una percentuale del 42% di persone che esprimono competenze digitali contro la media Europea del 58%.

Il DESI dà atto all’Italia di aver intrapreso il Piano Nazionale Scuola Digitale, ma evidenzia anche che non tutte le scuole hanno aderito in ugual misura al piano e l’emergenza Covid della scorsa primavera ne ha dato evidenza ma non è ancora sufficiente per poter dichiarare di avere una scuola digitale.

Vedremo come questo Governo modificherà il piano ma soprattutto come riuscirà a fornire una accelerazione al piano stesso visto che era nella disponibilità del precedente Governo sin da giugno 2020 per cui si sono persi sette mesi quanto mai preziosi nel rendere esecutive le azioni ispirate ai “tre assi di rafforzamento” ovvero digitalizzazione e innovazione, rivoluzione verde, parità di genere e inclusione.
Andando in dettaglio delle azioni da intraprendere, va considerato che la didattica distanza (DAD), anche se ha rappresentato la maggiore innovazione introdotta nella scuola italiana nell’ultimo quarto di secolo, ha mostrato anche tutti i suoi limiti se utilizzata come puro strumento sostitutivo della presenza in aula, sia in considerazione della preparazione mediamente bassa di docenti e studenti nell’uso delle tecnologie ma anche per la mancanza di modelli didattici idonei per sfruttarne le piene potenzialità.

I passi da intraprendere

Da un lato occorre sicuramente in prima battuta eliminare il digital divide passo necessario per garantire uguali diritti a tutti cosi come promesso da Colao, dall’altro è importante impostare nuovi piani formativi che prevedano metodi nuovi, approcci collaborativi basati sulle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, i Big Data e l’eLearning adattivo.

Per apprendimento adattivo si intende un nuovo metodo educativo che fa uso di algoritmi matematici per organizzare l’interazione con il discente offrendo risorse, contenuti e piani formativi personalizzati, indirizzando in maniera corretta i bisogni specifici di ogni studente. Il risultato è quello di creare percorsi di apprendimento con numerose opzioni collegate ai risultati di esami valutativi con lo studente che può accendere o spengere le unita formative messe a disposizione a seconda dei bisogni espressi anche degli algoritmi di intelligenza artificiale utilizzati.

Per finire come terzo aspetto l’esigenza di creare nuovi spazi fisici e laboratori per la robotica, la realtà virtuale e i maker in grado di dare massima libertà di espressione ai futuri “innovatori”.

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Dino Galuppi

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