L’accusa nei confronti di un collaboratore scolastico di un istituto comprensivo del bresciano è pesante, anzi pesantissima: secondo quanto riporta l’Ansa si parla di atti sessuali con minori, corruzione di minorenni e tentata prostituzione minorile.
L’uomo, 56 anni, forse con “problemi cognitivi” (parole della nota di agenzia) è stato arrestato ed ora si trova agli arresti domiciliari.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti – sempre stando a quanto scrive l’Ansa – il collaboratore scolastico adescava ragazzini della scuola; durante gli interrogatori protetti, le presunte vittime hanno confermato gli abusi, abusi che sarebbero avvenuti in casa del “bidello”.
Nessun commento da parte del dirigente scolastico, mentre il sindaco del paese commenta: “Spiace che persone fragili psicologicamente vengano inserite nel mondo della scuola, bisognerebbe fare più attenzione”.
La vicenda mette in luce un tema purtroppo non nuovo anche se per fortuna molto poco frequente.
Ha ragione il sindaco quando dice che bisogna fare attenzione ad inserire nel mondo della scuola persone “fragili” il fatto è che oggi sono davvero pochi gli strumenti per verificare che chi si avvia ad esercitare un lavoro che di contatto con minori sia psicologicamente “sano”.
In molti casi l’unica strada percorribile è nelle mani del dirigente scolastico che potrebbe richiedere che il dipendente si sottoponga a specifiche visite mediche. Ma è un percorso complicato e rischioso perché il dipendente potrebbe agevolmente opporsi.
D’altronde non è un caso se situazioni di questo genere si traducano spesso in vicende giudiziarie dolorose per tutti sia per i minori e per le loro famiglie, sia per l’indagato.
Va aggiunto che in casi del genere la procedura amministrativa nei confronti dei docenti e del personale Ata è diversa.
Sia per i docenti che per gli Ata sottoposti a indagine penale scatta anche l’apertura del procedimento disciplinare; mentre per i docenti l’Amministrazione scolastica può disporre anche la sospensione cautelare in attesa di disporre di adeguati elementi conoscitivi, per il personale Ata la sospensione può essere disposta solo nel momento in cui il giudice dispone il rinvio a giudizio o una misura restrittiva della libertà personale.
In altre parole il collaboratore scolastico indagato per il reato di abuso ma non sottoposto ad arresto potrebbe continuare a rimanere in servizio, con tutti i problemi che la situazione potrebbe comportare.
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