Home Attualità Collaboratore scolastico palpeggia alunna, assolto perché “solo” per 5 secondi: ora è...

Collaboratore scolastico palpeggia alunna, assolto perché “solo” per 5 secondi: ora è stato condannato, è in pensione

CONDIVIDI

Breaking News

March 29, 2025

  • Pullman Torino cade nel Po, autista morto: stava andando a prendere una scolaresca in gita che lo stava aspettando 
  • La ministra Calderone e la “laurea della domenica”: 110 e lode con media di 26, era docente nello stesso ateneo in cui studiava 
  • Valditara: la scuola rende liberi ma serve anche per realizzarsi e trovare lavoro, Veneto capofila da seguire 
  • Indicazioni Nazionali, Galli della Loggia: c’è ostilità a prescindere, non abbiamo detto che solo l’Occidente ha una storia 

Nell’estate del 2023 ha fatto molto scalpore la decisione della sezione penale del tribunale di Roma di assolvere un collaboratore scolastico dall’accusa di molestie nei confronti di una ragazza perché il palpeggiamento sarebbe durato “solo pochi secondi”.  I giudici giudicarono quelle mani appoggiate una “manovra maldestra, accidentale, forse un gesto scherzoso”.

Il trend

La vicenda ha avuto luogo nell’aprile 2022, con la studentessa di un istituto superiore di Roma all’epoca minorenne. Quando la sentenza è stata diffusa nel 2023 i social si sono mobilitati: addirittura è nato un trend, appunto #10secondi, diventato virale, che consisteva nel riprendersi mentre si fa qualcosa per 10 secondi.

Ora, dopo il ricorso, l’uomo, oggi 68enne, è stato condannato dalla Corte d’Appello a due anni di reclusione. Il Mim è stato condannato al risarcimento dei danni.

Il collegamento con la vicenda La Russa

A commentare la faccenda era stata la scrittrice e opinionista Michela Murgia nelle sue storie Instagram, qualche settimana prima di morire, che l’ha paragonata ad un’altra vicenda, ossia l’accusa di violenza sessuale nei confronti di uno dei figli del presidente del Senato Ignazio La Russa. “Fatto accaduto nelle scorse ore di cui la cronaca si è occupata meno”, ha scritto la Murgia.

“Questa storia e quella del figlio di La Russa sono collegate da un tema, quello del consenso. Anche se non si tratta di stupro, ma di molestia, il caso del bidello è molto più grave dal punto di vista giudiziario e culturale. La ragazzina, minorenne, aveva fatto tutto ciò che ti dicono di fare: denuncia, bella nostra, che lo Stato ti proteggerà. Il caso è gia sentenziato, non stiamo parlando di ‘lasciamo lavorare i giudici’. Hanno lavorato. Il fatto denunciato era vero. Il bidello le ha effettivamente infilato la mano nelle mutande e i giudici ne hanno preso atto. Lui viene assolto in quanto non ha agito “con concupiscenza”, cioè con desiderio. L’intenzione che viene presa in considerazione non è quella della ragazza, ma del bidello. L’intenzione che conta dovrebbe essere quella della ragazza, che è la vittima proprio perché ha subito le intenzioni altrui senza che nessuno le chiedesse le sue”, ha puntualizzato la scrittrice e attivista.