Utilizzare una modesta parte della quota del Recovery fund destinato alla scuola per introdurre nel sistema scolastico italiano due importanti novità: in primo luogo istituire con un investimento finanziario il middle management scolastico con una specifica area contrattuale definendo modalità di accesso, tempi della prestazione lavorativa, diritti e doveri professionali, formazione specifica; e, con il prossimo CCNL, prevedere e finanziare l’investimento per una vera carriera di tutti i docenti non più fondata esclusivamente sull’anzianità di servizio ma – tenendo conto della moderna complessità della realtà scolastica – su un modello di progressione che tenga anche conto degli incarichi aggiuntivi.
La proposta arriva dall’Ancodis, l’Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici che non da oggi chiede un adeguato riconoscimento delle cosiddette “figure di sistema” previste da almeno un ventennio.
L’Ancodis fa osservare che proprio in questo periodo di lockdown ci si dovrebbe essere resi conto di quanto importante sia il lavoro svolto dai collaboratori del dirigente e dall’intero staff.
Ecco perché – sostiene Rosolino Cicero, presidente dell’Associazione – bisogna finalmente “rompere il tabù dell’egualitarismo del ruolo per passare al riconoscimento del lavoro didattico ed organizzativo-gestionale cui un docente è chiamato”.
Cicero coglie anche l’occasione per stigmatizzare chi spesso si impegna a “denigrare – con volgari attacchi anche a mezzo stampa – la professionalità di decine di migliaia di docenti che svolgono un lavoro insostituibile in favore delle loro comunità scolastiche”.
Conclude il presidente dell’Ancodis: “Non vogliamo privilegi (come qualcuno volgarmente insinua o scrive) ma semplicemente che si riconosca che senza i collaboratori dei DS e le figure di sistema la scuola non assolverebbe con efficienza ed efficacia al suo dovere costituzionale e che questi docenti meritano rispetto, attenzione e riconoscimento da parte dello Stato”