L’esternalizzazione dei servizi di pulizia nelle istituzioni scolastiche è una storia che è iniziata circa 15 anni fa. L’affidamento della pulizia di alcune scuole a ditte di pulizia che si prendono carico dei lavoratori socialmente utili (gli ex-LSU), nasce innanzitutto come problema politico (D.I. 65/2001). A suo tempo non vengono prese in considerazione le conseguenze sui collaboratori scolastici di quella soluzione politica del problema degli Lsu: posti di collaboratore scolastico sono accantonati nella percentuale del 25% dell’organico d’istituto ed incomincia l’attacco contro gli stessi collaboratori accusati di non far niente. In parole semplici al danno si aggiunge la beffa!
La figura del collaboratore scolastico in questi anni ha visto qualificarsi sempre di più il suo profilo professionale ed è diventato un operatore scolastico facente parte integrante della comunità scolastica. Il piano dell’offerta formativa (POF) di una istituzione scolastica che vuole essere efficiente e culturalmente e didatticamente competitiva non può sottovalutare nell’organizzazione dei servizi necessari all’attuazione
Essi svolgono le funzioni minime ed essenziali senza le quali però non può partire l’organizzazione complessa. Ecco allora che i collaboratori d’istituti che hanno la terziarizzazione dei servizi di pulizia, non stanno certamente inoperosi né hanno chiuso nel ripostiglio la scopa . Semplicemente al suono della campanella devono fare spazio ai dipendenti delle ditte di pulizia. Ogni ditta di pulizia firma con l’istituzione scolastica un contratto, nel quale si assume degli obblighi definiti circa la pulizia della scuola né questa può pretendere di avere a disposizione il personale statale se non riesce ad assolvere i propri impegni. Perché per questi impegni la ditta è pagata con soldi pubblici.
Se si pensasse di sopperire all’inefficienza di una ditta di pulizia con il supporto dei collaboratori scolastici, personale statale, si crea innanzitutto un paradosso giuridico nell’ambito del diritto del lavoro, obbligando un lavoratore pubblico a svolgere lavoro per un privato con il quale non ha alcun rapporto di lavoro né può averlo , per incompatibilità, come previsto dalle norme vigenti sul pubblico impiego. Non si vuole certamente cacciare gli ex-LSU dalle scuole, ma non è neanche possibile trascinare nel tempo una situazione che deve trovare comunque una soluzione definitiva . Nell’attesa è giusto che non si attacchino continuamente i collaboratori scolastici e se proprio si vogliono terziarizzare i servizi di pulizia nella scuola, è bene che si ridefinisca una volta per tutte il profilo professionale del collaboratore scolastico. E nessuno pensi di sostituirli ,con il tempo, con i servizi esterni, che comunque avrebbero un costo elevato! La scuola ha bisogno di figure educative e di servizio intermedie per la gestione degli spazi comuni e della comunità scolastica in generale!
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