Chi ha vissuto la scuola centralizzata, ricorda con certezza i collegi docenti di una volta, che erano combattuti e ricchi di dibattito. In buona sostanza il Collegio docenti era un organo collegiale sovrano dove il Preside era il Presidente, ma non aveva poteri gerarchici sull’adunanza che deliberava a maggioranza. In buona sostanza il dirigente scolastico nel Collegio, ora come allora, ha diritto ad un solo voto come ciascun insegnante e, in quell’occasione, è soltanto il presidente della riunione non il superiore gerarchico, perché il collegio è organo sovrano.
Con l’avvento dell’autonomia scolastica e soprattutto dopo la cosiddetta “Buona scuola” del 2015, i collegi docenti si dimostrano sempre più succubi al volere dei dirigenti scolastici, si evitano i dibattiti, si evita di intervenire in contrasto alle decisioni del dirigente. Troppo spesso ormai nei Collegi docenti non si fa più caso a quello che viene deliberato e soprattutto come viene deliberato. Eppure le norme esistono e sono chiarissime e il “potere” collegiale è un dato normativo sostanzialmente forte. I pochi docenti che intervengono in Collegio docenti per esprimere un loro punto di vista, nella scuola dell’autonomia, vengono visti come dei disturbatori, etichettati come docenti “contrastivi”. Il timore di dissentire o di aprire dibattito su argomenti già decisi dal vertice della scuola, è così alto, che ormai nessuno interviene durante il Collegio. Si è passati da un Collegio sovrano a un collegio succube e obbediente al dirigente scolastico.
Le delibere dei Collegi dei docenti sono atti amministrativi molto importanti, è attraverso le delibere del Collegio che vengono prese, da parte del dirigente scolastico, le decisioni in materia di funzionamento didattico.Troppo spesso in Collegio dei docenti si delibera, ai sensi del comma 2 art.7 del d.lgs. 297/94, senza fare proposte alternative a quelle della presidenza e senza aprire una discussione con l’operazione finale di una effettiva votazione e la conta dei favorevoli, dei contrari ed eventualmente degli astenuti.È utile specificare che l’art.28 del Dpr n.416/1974, attualmente vigente, dispone che un’adunanza come il Collegio docenti è valida se è presente la metà più uno dei suoi componenti e che le deliberazioni sono adottate a maggioranza assoluta dei voti validamente espressi, salvo che disposizioni speciali prescrivano diversamente. In caso di parità, prevale il voto del presidente. Tale norma è stata ripresa integralmente sul testo unico della scuola ai sensi dell’art.37 commi 2 e 3. Bisogna anche aggiungere che in situazioni di delibera collegiale è lecito anche potersi astenere come confermato in una sentenza del Consiglio di Stato, n.7050 del 4 novembre 2003.Per cui è sempre opportuno chiedere al presidente del Collegio dei docenti, che poi è il dirigente scolastico, il voto esplicito di ogni delibera e la conseguente verbalizzazione del numero dei favorevoli, dei contrari e degli astenuti e nel caso si ipotizzi una qualsiasi forma di illegittimità è prudente fare scrivere a verbale anche la motivazione particolare della contrarietà al voto di delibera.Bisogna sapere che il verbale di un Collegio dei docenti, soprattutto in caso di delibere importanti, dovrà essere letto ed approvato con voto palese non più tardi del Collegio successivo. In tale occasione è possibile chiedere di integrare, modificare e precisare il verbale appena letto. Quindi una delibera per essere effettivamente valida e tale che ognuno possa assumersi la responsabilità dell’atto amministrativo, deve essere espressamente votata dalle singole componenti del Collegio che deve essere presente per almeno la metà più uno dei suoi componenti.
Nella convocazione di un Collegio docenti, oltre il luogo e l’orario della riunione, deve essere scritto con chiarezza l’ordine del giorno da trattare. Noto dunque dalla convocazione l’ordine del giorno, i docenti possono preparare in anticipo e in forma scritta eventuali proposte di delibera, che verranno presentate al Presidente del Collegio nel momento della discussione del punto che si vuole emendare. Presentata la proposta, questa dovrà essere sottoposta ai voti del Collegio e la mozione prodotta dovrà essere allegata al verbale della riunione, senza possibilità di ambiguità.
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