Nell’Istituto comprensivo di Majano-Forgaria, in provincia di Udine, l’anno scolastico si è concluso venerdì 26 con la consueta riunione del collegio dei docenti.
L’incontrò si è svolto in presenza, al contrario di ciò che sta accadendo nella stragrande maggioranza delle scuole italiane.
Ma, niente paura: docenti e dirigente scolastico si sono incontrati all’aperto, nel cortile della scuola.
Il dirigente scolastico Stefano Stefanel ne parla con soddisfazione: “E’ stato un momento molto bello di chiusura in cui abbiamo potuto salutare come si deve chi andrà in pensione, in cui abbiamo tirato con orgoglio le somme di quello che abbiamo fatto quest’anno, in cui ci siamo raccontati come abbiamo vissuto questa emergenza”.
Abbiamo chiesto qualche informazione in più al dirigente che spiega: “Sono arrivato a Majano il 9 settembre in qualità di reggente ed ho trovato passione, competenza, professionalità, entusiasmo. Ho trovato docenti molto collaborativi e personale ausiliario sempre disponibile. Belle persone. Bell’ambiente. Bel clima. Anche i Comuni, le Associazioni mi sono stati sempre vicini, perché sanno stare vicini alla scuola. Abbiamo fatto cose importanti in un anno difficile e ci siamo cimentati con l’ignoto”
Nel corso della riunione si è parlato molto anche del futuro…
“Sì, certo, abbiamo provato a mettere qualche punto fermo.
Intanto abbiamo deciso che le prime settimane del nuovo anno saranno dedicate a fare una valutazione dei ‘danni’ che i sei mesi di lontananza dalla scuola hanno provocato sugli alunni. Bisognerà capire in che modo l’emergenza è stata vissuta dai ragazzi e come si potrà ripartire”.
Di cosa si dovrà tenere conto?
“Disposizione dei banchi e degli arredi, distanze, modalità di entrata a scuola e così via sono certamente elementi da tenere in considerazione noi crediamo che più di ogni altra cosa bisognerà valutare gli aspetti psicologici e pedagogici. Per esempio bisognerà spiegare agli alunni perché sarà necessario rispettare certe regole e come si potrà sentirsi emotivamente vicini pur stando fisicamente distanziati”
Come si potranno affrontare gli inevitabili problemi di organico e di personale?
“Da tempo, nelle scuole che ho diretto abbiamo attuato una gestione molto flessibile dell’orario di servizio. In un anno un docente di scuola primaria deve svolgere poco meno di 700 ore di insegnamento che però possono benissimo essere articolate su base plurisettimanale”.
Cosa vuol dire concretamente?
“E’ semplice: se nei primi mesi sarà necessario gli insegnanti potranno svolgere qualche ora in più per gestire le attività con gruppi più ridotti di alunni; le ore svolte in più potranno ovviamente essere ‘recuperate’ nei mesi successivi”.
C’è però chi pensa che per una organizzazione del genere ci vorrebbe un apposito provvedimento normativo
“Niente affatto: le norme ci sono già e sono chiarissime, basta leggere il comma 8 dell’articolo 21 del decreto legislativo 59/97.
Si dice che l’autonomia scolastica ‘si esplica liberamente, anche mediante superamento dei vincoli in materia di unità oraria della lezione, dell’unitarietà del gruppo classe e delle modalità di organizzazione e impiego dei docenti, secondo finalità di ottimizzazione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche, materiali e temporali’. Gli strumenti normativi per gestire questa fase ci sono, basta volerli applicare”.