La valutazione degli insegnanti è stata da sempre uno dei temi più scottanti della scuola pubblica italiana. Tutte le volte che se ne è parlato a livello di organizzazioni professionali o sindacali, di studi e di ricerche a livello accademico si è entrati in un campo…minato che ha scatenato dibattiti e diatribe tanto che il problema è stato subito accantonato per il pericolo di frantumare quell’unità della professione docente tanto enfatizzata nel nome di una presenta, ma non dimostrata, eguaglianza.
Nell’ambito dei lavori preparatori e collaterali dei disegni di legge, giacenti da anni in Parlamento, per la delineazione delle nuove carriere dei docenti è stato pure affrontato il problema della disarticolazione e differenziazione della professionalità dei docenti non più in base ai titoli di studio e accademici, all’anzianità di servizio, ma secondo le capacità dimostrate per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento da parte degli alunni, innanzitutto, ma pure in relazione ad altri paramenti fino ad oggi mai non considerati.
È fuor di dubbio, tuttavia, che essendo ormai il problema abbastanza maturo, tra gli impegni della maggioranza governativa che verrà fuori dalle votazioni del 9 e 10 aprile, ci sarà pure quello di approvare il nuovo stato giuridico degli insegnanti al cui interno al problema della valutazione degli insegnanti sarà determinante.
Intanto, nella scuola pubblica e in quella non statale, ovviamente più nella seconda che non nella prima, si vanno sperimentando modalità e strumenti di valutazione degli insegnanti diretti a migliorare la loro prestazione in funzione degli obiettivi raggiunti.
Nel prestigioso Collegio San Carlo di Milano si è avviato un progetto per la valorizzazione della professionalità del corpo docente che comporterà uno stipendio più pesante per i professori meritevoli.
È una vera e propria occasione per valorizzare il capitale umano di cui sono portatori gli insegnanti. È appunto questa la filosofia alla base del progetto non quella per premiare o per punire sic et simpliciter.
Consiste in un concorso che mette in palio venti posti a cui verranno attribuite altrettante una tantum economiche.
Il Collegio San Carlo di Milano, tra le realtà scolastiche più attrezzate della capitale lombarda, come è noto, in questi ultimi anni ha investito nel rinnovamento delle strutture ed oggi punta ad investire nella formazione dei docenti.
Due le vie che sono state imboccate: la prima riguarda tutti gli insegnanti con un’anzianità di servizio tra i dodici e i quindici anni che riceveranno aumenti che vanno dal 5 al 10 %. Sono questi i docenti assunti a partire dal 1995.
La seconda strategia prevede un concorso nel quale i docenti accettano di essere valutati. Sono stati messi a disposizione venti posti, dieci per la scuola dell’infanzia e per la primaria e dieci per quella superiore.
Vi possono partecipare tutti gli insegnanti con almeno cinque anni di servizio che si vogliano fare valutare attraverso quattro categorie di valutatori. Una commissione fatta di presidi e di docenti, dal rettore e da genitori valuta attraverso taluni parametri:il valore scientifico (il grado di preparazione), quello didattico (la capacità di trasmettere i saperi) e quello relazionale (la capacità di gestire la classe, di relazionarsi con gli studenti, i colleghi, i superiori, i genitori ecc.). Per ogni parametro il punteggio va da zero a dieci.
Al termine viene stilata una graduatoria della quale i primi venti saranno premiati con un compenso in danaro.