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Coloriamo il nostro futuro: una favola da raccontare

Si sa: dietro le piccole cose spesso si celano quelle belle, quelle meravigliose.

Somiglia molto a una favola la lettera che, nel lontano 4 ottobre 2000, la tredicenne Giorgia Di Gangi, frequentante allora l’Istituto comprensivo di Castellana Sicula (PA), scrisse a tutti i consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze dei parchi d’Italia per lavorare insieme su legalità e ambiente: così nacque l’ambizioso progetto educativo della scuola italiana “Coloriamo il nostro futuro.”

Si legge ancora oggi nella lungimirante missiva della ragazza siciliana: “Il Consiglio comunale dei ragazzi di Castellana mi ha dato mandato di realizzare un’iniziativa che mi sta molto a cuore: il primo convegno nazionale dei mini-sindaci degli istituti comprensivi presenti nei comuni dei parchi nazionali d’Italia prevedendone lo svolgimento a Castellana sicula dal 4 al 6 maggio 2001. Lo scopo è quello di sviluppare nelle nuove generazioni la consapevolezza delle potenzialità del parco”.

Un’idea come un’altra se non fosse che il progetto educativo proposto da Giorgia, oggi più che trentenne, non solo è stato sostenuto dalla sua scuola in quel di Castellana Sicula, parco delle Madonia, provincia di Palermo, ma ha varcato i confini della Sicilia, coinvolgendo ogni anno non meno di 100 scuole sparse in tutta Italia, diventando, in quasi vent’anni, uno dei migliori progetti educativi in rete della scuola italiana: Coloriamo il nostro futuro. Che cos’è? Ogni scuola vuole realizzare un progetto, Coloriamo il nostro futuro ha pensato a un progetto per tutte le scuole che fanno legalità nei parchi nazionali, puntando molto sulla cittadinanza attiva, consentendo a migliaia di giovani di essere interlocutori attivi nei luoghi in cui vivono. Coloriamo il nostro futuro non parla dei giovani, parla con i giovani.

Il progetto educativo, nato in Sicilia e richiesto ovunque, ha compiuto da poco la maggiore età. E’ diventato grande, si rinnova in ogni edizione come da consuetudine, ha cambiato vestito, ma non perde mai la coscienza della propria forza: pochi progetti come Coloriamo.

L’anno prossimo appuntamento per tutti in provincia di Latina per il XIX convegno dei minisindaci e minipresidenti dei parchi nazionali. Si terrà in primavera, ma già stanno maturando le idee tra educatori, amministratori e studenti:nessuno vuole arrivare impreparato all’evento.

Tema per tutti, tema di stringente attualità: i cambiamenti climatici.

I numeri del progetto educativo itinerante, info su www.coloriamoilnostrofuturo.eu, lasciano basiti: 15 regioni, 18 parchi, 80 istituti comprensivi. Altre tre regioni bussano alla porta per entrare: non è remota la possibilità di colorare tutta l’Italia.

Ogni volta, si fondono e si confondono idiomi provenienti da ogni parte d’Italia, da nord al sud, passando per il centro. Hai un consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze? Operi in un’area protetta? I requisiti ci sono e ogni anno è bello visitare luoghi diversi per interagire con scuole diverse.

Protagonisti gli alunni tra i 9 e i 14 anni. L’intento è quello di acquisire una coscienza civica alle nuove generazioni: nessuno cresce da solo. Non mancano gli adulti: educatori, genitori, associazioni, dirigenti e amministratori. Sono almeno mille le persone impegnate ogni volta che si muove “Coloriamo”. Così è da 18 anni.

Conti alla mano, sono almeno 10mila le persone che, dal 2000 a oggi, dalla lettera di Giorgia al XVIII convegno, hanno conosciuto da vicino il progetto attenzionato dall’Unesco, patrocinato dal Ministero pubblica istruzione, premiato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, più volte ospitato alla Camera e al Senato. Tanta roba: un encomio segue l’altro per questo grande contenitore di idee e ideali.

Coloriamo è una pluralità di cose che stanno insieme senza pestarsi i piedi. Dentro trovi: geografia, storia, folclore, gastronomia, educazione civica, pedagogia del confronto e altro ancora.

Un aneddoto poco banale: si incontrano spesso sindaci che hanno indossato la fascia tricolore prima da baby sindaci. Non è poca cosa.

Coloriamo il nostro futuro” è sovente l’Italia della montagna, è la rivincita dei piccoli borghi, è l’Italia della natura incontaminata che ha bisogno di cittadini attenti e attivi. C’era una volta una ragazza di 13 anni che ha scritto una lettera… l’epistola è stata letta e interpretata dalla preside Francesca Albanese e dai professori dell’Istituto comprensivo di Castellana sicula… poi è arrivata una scuola poi un’altra e un’altra ancora: ora ci sono 100 scuole circa.

Chissà se Giorgia immaginava questa esplosione di idee e ideali per una storia che nasce dall’innocenza di una ragazzina per scaldare il cuore di grandi e piccini.

Coloriamo il nostro futuro è un sogno sfuggito di mano, una favola che ha ancora molto da raccontare: chi è dentro non vorrebbe mai uscire dalle rete, chi è fuori non vede l’ora di entrare per colorare insieme un mondo di speranze.

Coloriamo il nostro futuro è una storia che ogni anno si apre con il sorriso e si chiude con la consapevolezza di aver costruito insieme qualcosa di importante, in mezzo preziosi istanti da ricordare.

Coloriamo il nostro futuro è una favola, non però una favola qualsiasi, ma una favola che non sopporta il singolare e non tollera i campanili.

Coloriamo il nostro futuro è l’Italia unita.

A cura di Enzo Bubbo

Redazione

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