Arresti domiciliari: è questa la decisione presa dal Gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della Procura e dopo le indagini della polizia, su una maestra 55enne della scuola dell’infanzia di Imola, accusata di lesioni personali aggravate e di maltrattamenti su minori, aggravati dall’odio razziale.
Le frasi razziste
Ma era con gli alunni di origine straniera che la donna avrebbe davvero esagerato. Scivolando, appunto, sull’odio razziale.
“Io da sola non faccio più niente… quei pochi italiani vengono poco perché c’ho della gentaglia”, avrebbe detto l’insegnante senza sapere di essere ripresa.
E ancora: “Dal Marocco, dalla Tunisia, dall’Algeria… Venite qui a fare… delle idiozie!”.
“Se i tuoi genitori facevano un po’ di scuola erano molto più intelligenti invece di trattarti così… ti riducono come una larva, che non hai voglia di fare niente! Solo disturbare la quiete pubblica, fortuna che c’è la polizia! Al loro Paese!”.
“Perché lei non sta ferma… lei butta giù tutto. Anche quando mangia, fa il ballo dell’Africa… dell’Africa nera! Il ballo del qua qua!”.
Le prove dalle telecamere
Di frasi come questa, scrive l’Ansa, con tanto di minacce nel caso l’alunno in questione avesse raccontato qualcosa alla famiglia, ce ne sono molte agli atti della Procura, che si è mossa dopo che lo scorso luglio alcuni genitori hanno denunciato gli episodi al commissariato imolese.
A quel punto, gli agenti hanno collocato delle telecamere nelle aule dove lavorava la maestra. Ed hanno riscontrato la pesantezza della situazione.
Per l’Usr non c’erano elementi tali per intervenire
Il caso è stato seguito anche dall’Ufficio scolastico regionale, perché sembra che un gruppo di genitori già nel 2016, aveva segnalato il comportamento violento della maestra. Poi, lo scorso luglio, è arrivato l’esposto di luglio.
L’Usr, tuttavia, non avrebbe dato seguito alla denuncia, perché le autorità scolastiche avevano ritenuto “la non sussistenza di elementi tali da supportare l’eventuale apertura di un accertamento ispettivo”.
Inflessioni razziste anche ai genitori
Il Gip, invece, ha potuto lavorare su prove evidenti, in particolare maltrattamenti e insulti, “che quando sono rivolti a bimbi di colore assumono inflessioni razziste”, nei loro confronti e in quelli dei genitori.
Se una bambina non stava seduta composta veniva colpita con “un colpo simile a quello di karate”, oppure quando un alunno era sdraiato a terra veniva afferrato per i pantaloni. “Colpi durissimi – li definisce il Gip -, destinati a rimanere impressi in modo indelebile nella memoria delle vittime”.
“Questa è la summa del pensiero della maestra – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – che si sente umiliata perché costretta a prendersi cura di bimbi non italiani, ‘gentaglia’ al pari dei loro genitori, colpevoli di inquinare la scuola e fare sì che i genitori italiani non iscrivano i propri figli alla ‘sua’ scuola”.