Archiviate le feste di Natale e d’inizio 2016, tornano a farsi sentire i precari della scuola: in questi giorni, nel volgere di quarantott’ore, sono previste due manifestazioni.
La prima protesta riguarda gli abilitati fuori dale graduatorie ad esaurimento: le le associazioni Mida e Adida hanno indetto un sit-in per il 12 gennaio, che si terrà davanti al Miur, dalle 13.30 alle 18.30.
Sono diverse le ragioni dell’iniziativa. Ne riportiamo uno stralcio, che reputiamo probabilmente la parte più significativa: protestiamo davanti al Miur per “reclamare i diritti dei docenti esclusi dal piano assunzionale di Renzi. L’attuale governo Pd ha tradito le aspettative dei docenti precari di seconda e terza fascia, inserendo nel piando di assunzione persone con 15 punti (che non hanno mai messo piede in un’aula) e lasciando fuori docenti con più di 150 punti (quindi con tanti titoli e tanti anni di insegnamento alle spalle)”.
E ancora: Adida e Mida denunciano “la situazione indegna nella quale versano i docenti di terza fascia delle graduatorie di istituto i quali andrebbero immediatamente abilitati e inseriti poi, insieme a tutti gli altri, nelle graduatorie predisposte. Il governo rischia di rendere disoccupati oltre 50.000 professionisti della scuola”.
Hanno dato sostegno alla protesta sindacati e associazioni, come Flc-Cgil, Unicobas, Cobas Scuola Lazio, Associazione Nazionale Docenti e l’Anief, che per l’occasione presenterà degli emendamenti al decreto Milleproroghe.
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A meno di due giorni di distanza, un raggruppamento di precari scenderà ancora in piazza, giovedì, 14 gennaio, stavolta davanti alla Ragioneria dello Stato. Si tratta dei supplenti cosiddetti “brevi”, che lamentano, sostenuti dal Coordinamento precari scuola Roma, la mancata assegnazione degli stipend dell’anno scolastico in corso.
“Una montagna di carbone vi seppellirà”, hanno scritto gli organizzatori. “La Befana della scuola arriverà in ritardo, come gli stipend dei 30.000 docenti che sono rimasti senza stipendio da settembre”.
Eppure, a quanto ci risulta, la maggior parte degli stipendi sono stati assegnati. I primi mesi dell’anno a ridosso del Natale, i rimanenti sarebbero in procinto di essere accreditati.
Ma il Coordinamento ne fa ora anche una questione di principio. “Ci siamo rivolti alle segreterie, al servizio Noipa del ministero del Tesoro, sperando di avere buone notizie, ma il rimpallo delle responsabilità è diventato un ritornello della peggiore canzonetta. L’emissione speciale del 24 dicembre, solo ad alcuni di noi, e l’ultima prevista il 12 gennaio, non cancellano i danni e l’umiliazione compiuti sulla nostra pelle”, hanno scritto.
“Chiediamo –concludono i precari – ciò che è un nostro diritto: uno stipendio regolare, la certezza dei finanziamenti futuri alle supplenze e la fine della ‘precarietà nella precarietà’, il ripristino delle supplenze tagliate dalla legge di stabilità 2014, le assunzioni, il rinnovo del contratto nella parte economica”.
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