Come si esprimono i ragazzi nati tra il 1995 e il 2010, la cosiddetta “Generazione Z” o “Centennials”?
Tra modi di dire propri, nati negli ultimi anni oppure importati da altre parti del mondo, si tratta di espressioni che spesso risultano poco comprensibili alle generazioni più adulte, mentre i ragazzi attingono nuovi linguaggi nella musica, nel web, nei videogiochi e nel mondo anglosassone in generale, da dove provengono espressioni e parole.
Babbel, riporta l’Ansa, ha identificato alcuni dei termini più utilizzati di ieri e oggi e ha creato una sorta di “traccia” per aiutare i Boomer a comprendere i Centennials e viceversa.
OK BOOMER: “Ok, boomer” nel linguaggio comune sono anche le persone semplicemente un po’ all’antica, che non capiscono mode o tormentoni del momento.
BAEBAE: non è altro che un acronimo inglese che sta per “Before Anyone Else”. Viene usato per riferirsi a una persona che viene “prima di chiunque altro”, tradotto letteralmente. In generale si usa per indicare il/la migliore amico/a, ma anche un fratello o una sorella, un genitore oppure la persona alla quale si è legati sentimentalmente.
BLAST: “blastare”: sostanzialmente essere “sconfitto” malamente in una discussione, zittito da una frase secca che mette a tacere l’interlocutore. Il termine è preso in prestito dalla lingua inglese e dal mondo dei videogiochi.
BUFU: coniato nel 2017 dalla Dark Polo Gang, come viene riportato anche nella Treccani è l’acronimo di “By us fuck u”, tradotto “per quanto ci riguarda, vai a quel paese”. La parola è nata come risposta agli haters della band trap, successivamente si è diffusa nel gergo ed è diventata un’espressione che può essere utilizzata anche con toni più simpatici, rivolta ad un amico/conoscente.
CRINGE: viene utilizzato per indicare qualcosa che è estremamente imbarazzante, per il quale si prova vergogna. Dall’inglese “strisciare”, “farsi piccolo”, nel senso di nascondersi e diventare quasi invisibile per la vergogna, l’uso di questo termine è diventato più largo a seguito della pubblicazione di alcuni video su YouTube intitolati “Try Not to Cringe”.
NORMIE: termine inglese, il “normie” altro non è che una persona conformista, che segue la moda e i trend del momento. Sei normie sia se si parla di musica che di film, oppure di meme.
TRIGGER: il termine deriva dall’inglese “to trigger”, che vuol dire “innescare” e dunque “triggerare”, con tutte le sue declinazioni. Si utilizza per indicare che qualcosa ha dato particolarmente fastidio, o comunque colpito attirando l’attenzione per alcune caratteristiche negative. Secondo l’Accademia della Crusca, in futuro potrebbe diventare un semplice sinonimo di “far arrabbiare”.
FIRE: “fuoco”, dall’inglese, spesso viene sostituito dall’emoji della fiamma. Viene utilizzato come sinonimo di “cool”, “forte”, “bello!”. “Fire” non è altro che la versione moderna di “groovy”, termine utilizzato dai Boomer per indicare una cosa “alla moda”.
YIKES: si riferisce a qualcosa di imbarazzante, ma non solo. In gergo comune, è una parola passe-partout che può indicare che si è preoccupati, sorpresi o scioccati.
Se da un lato solo una bassa percentuale dei Boomer è in grado di riconoscere lo slang della Generazione Z come lit (8%) e extra (17%), dall’altro i più giovani capiscano a stento, o per niente, i modi di dire “di una volta”.
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