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Come consolidano i prof i rapporti coi colleghi? A rompighiaccio

Estroversi, e quindi anche generosi, i docenti italiani hanno coi colleghi un approccio di immediato coinvolgimento e di spontaneo contatto. E in modo particolare a scuola, dove, entrando per la prima volta dopo le vacanze, sono afferrati magari da una certa ansia, ma che subito dopo passa, cercando senza indugio di rompere il ghiaccio ed entrando in sintonia con gli altri.

Il nostro ultimo sondaggio: Nella tua scuola, cosa fai per consolidare i rapporti coi colleghi?, il responso è stato netto: “interagisco subito coi colleghi, rompendo il ghiaccio”, che ha avuto il 75% dei consensi. Quasi 8 docenti su 10 non hanno dubbi: coi colleghi bisogna avere un rapporto di amicizia e di stima reciproca; mi interessa sia il lavoro che svolge e sia la sua personalità dalla quale molto posso attingere, ma alla quale anche molto posso dare. Un compagno di viaggio dal quale non si può prescindere e allora: qua la mano, mi presento e via chiacchierando.

Quasi il 13% (il 12,6%) invece sceglie il saluto particolare, l’approccio “ad personam”, ma in ogni caso sempre col preciso scopo e la precisa intenzione di instaurare coi colleghi buoni e duraturi rapporti di lavoro e forse anche di amicizia.

Pochi invece, appena il 7% (6,7%),  coloro che, per sentirsi a loro agio e superare il primo impatto, si rapportano coi colleghi indossando abiti coerenti col lavoro che si svolge. L’abito fa il monaco, ma anche il viatico della propria personalità.

Dato confortante, a nostro parere, è invece quello che riguarda la bassa percentuale, appena il 6% (5,9%) di coloro che si coalizzano in gruppi, in circoli ristretti all’interno dei quali trovano la sicurezza necessaria per affrontare l’anno scolastico e le possibili difficoltà, o anche amenità, del lavoro. 

 

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Pasquale Almirante

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