Categorie: Personale

Come dare più soldi agli insegnanti

Accettando l’impostazione a “crediti”, la scelta di come strutturare i “crediti didattici” rappresenta una sfida estremamente complessa, anche se in mancanza di un sufficiente grado di accettabilità sociale non c’è modello valutativo che possa operare.

Tre le possibili direzioni non alternative e da esplorare in modo integrato.

La prima è radicale, spiega Linkiesta.it. Il nodo problematico del trasformare il lavoro didattico in “credito” (dunque valutabile) sta nel farne oggetto di osservazione diretta e “terza”. Occorrono valutatori professionali, formati ed esperti, a loro volta supervisionati. Il risultato di tale valutazione potrebbe avere rilevanza significativa anche rispetto alla carriera del docente e non solo rispetto alla progressione economica.

La seconda alternativa è quella di valorizzare i processi che tendono ad innalzare la componente tecnica del lavoro scolastico. Un buon indicatore può essere ad esempio la produzione di “oggetti didattici” consolidati, applicabili e dunque di lavoro ripetibile. Sia chiaro che non ci si riferisce a oggetti non solo progettati, ma anche provati e testati.

Il terzo orizzonte è quello della rilevazione reputazionale. Si trasforma in credito il patrimonio della reputazione accumulata dal docente attraverso la sua attività. Più si allarga la rilevazione, più si compensano i rischi di conflitto, opportunismo e concorrenzialità impropria.

In conclusione, scrive Linkiesta.it, per procedere nella direzione dei crediti didattici sarà bene tenere conto di due questioni cruciali. Innanzitutto, un protocollo di valutazione del lavoro dei docenti è sempre un oggetto complesso di ricerca.

Non ci sono ricette, ma la necessità di combinare diversi oggetti di osservazione, e dunque metodologie differenziate e singolarmente non esaustive.

Quindi, l’osservazione sul campo di un occhio “terzo” è inevitabile: può essere più o meno compensata da altri elementi, come ad esempio l’autovalutazione, la valutazione tra pari, la valutazione “interna”, ma non può non esserci.

Dunque occorre disporre di un significativo gruppo di valutatori professionali e supervisionati. È una bella impresa scientifica e un impegno di grande portata che non ha precedenti nella nostra scuola.

 

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Susanna Tamaro: “C’è da fare un bel lavoro nelle scuole. Bisogna tornare all’alfabetizzazione, scrivere a mano”

La scrittrice Susanna Tamaro è tornata a parlare della sua battaglia contro l'uso troppo pervasivo…

23/12/2024

Piattaforma concorsi e procedure selettive, si utilizza per presentare le domande per i concorsi scuola: come accedere e quali istanze sono aperte

In questo scorcio di fine anno sono diverse le procedure concorsuali e selettive riguardanti il…

23/12/2024

Roberto Colletti, docente nella scuola secondaria 21 anni: “Tanti mi scambiano per un allievo” – INTERVISTA

Secondo una ricerca recente di Forum PA, la crescita culturale degli otto milioni di studenti…

23/12/2024

Concorso docenti Pnrr 2, bando in scadenza il 30 dicembre: come fare domanda? – I VIDEO TUTORIAL

Dall'11 dicembre 2024 e fino alle ore 23:59 di lunedì 30 dicembre 2024 sarà possibile…

23/12/2024

Concorso DSGA, domande fino al 15 gennaio: guida alla compilazione – VIDEO TUTORIAL

Dal 16 dicembre 2024 fino alle 23:59 di mercoledì 15 gennaio 2025, è possibile presentare…

23/12/2024

Buoni pasto personale Ata, approvato ordine del giorno: “Non va precluso ai docenti e al personale scolastico”

Buoni pasto per il personale della scuola, qualcosa si muove: come riporta l'agenzia di stampa…

23/12/2024