“Bussetti sembrava che volesse utilizzare il cacciavite dell’ex ministro Fioroni, invece si sta muovendo con la scimitarra”: a dirlo alla Tecnica della Scuola è Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, nel commentare le parti sulla scuola contenute nella modificata bozza della manovra di bilancio che nell’ultimo giorno di ottobre verrà presentata ai parlamentari.
Turi, quindi le novità previste dalla manovra non sono così marginali?
Il ministro dell’Istruzione è arrivato al Miur sostenendo che alla nostra scuola non serviva l’ennesima riforma cambia-tutto, ma solo l’eliminazione degli aspetti negativi della Legge 107/15 e l’attuazione di alcune nuove norme migliorative: leggendo il testo della legge di bilancio che si apprestano a votare in Parlamento, abbiamo scoperto il contrario.
A proposito di quali aspetti?
Soprattutto quelli del reclutamento: se il testo della manovra non dovesse mutare, cambierà in modo sostanziale. Si torna indietro di diversi anni, pur con qualche modifica.
Ma a cosa si riferisce?
A tutto. Il Fit ne esce praticamente morto: del lungo percorso formativo, precedente al ruolo, introdotto con la Buona Scuola rimane solo il terzo anno: quello che i vincitori dei concorsi riservati, ai docenti precari abilitati, saranno chiamati a svolgere. Peraltro, con una novità non da poco: al termine, chi dovesse essere valutato negativamente avrà la possibilità di ripeterlo. Mentre la Legge 107 non lo prevedeva.
Al posto del Fit cosa subentra?
Il concorso abilitante aperto a tutti i laureati. Si torna all’antico, ma con la differenza che dopo due anni il vincitore non assunto perde ogni diritto, in corrispondenza della pubblicazione delle graduatorie del successivo concorso a cattedra.
Quindi vincitori e idonei del ‘concorsone’ non assunti si ritroveranno con un pugno di mosche in mano?
Gli rimarrà comunque l’abilitazione all’insegnamento: è un titolo che può sempre essere utile.
A cosa?
Ad esempio per lavorare, con precedenza, come docenti negli istituti paritari.
Ci sono altre novità importanti per la scuola nella bozza della manovra?
Il dimezzamento abbondante dell’alternanza scuola-lavoro: una decisione che ci trova d’accordo. Anche se secondo noi si sarebbe dovuto entrare nel merito degli obiettivi didattico-formativi, derivanti dalle esperienze con le aziende: sono degli aspetti centrali, ma che continuano a mancare.
E basta?
C’è anche la permanenza per più anni, almeno quattro-cinque, nella scuola di immissione in ruolo, anche se ci sono delle eccezioni. infine, c’è la cancellazione degli ambiti territoriali introdotti dalla Buona Scuola: una decisione che ci trova ovviamente d’accordo.
Ma per le assunzioni dei precari storici ci sono disposizioni normative?
C’è una riserva del 10% nei concorsi. Poi, chi sta nelle GaE e nelle graduatorie di merito continuerà ad essere immesso in ruolo sulla metà dei posti vacanti. Tutti gli altri precari dovranno rimettersi in discussione con i concorsi aperti a tutti. Noi confidiamo, tuttavia, in una fase transitoria, con un accesso loro riservato, frutto di un confronto costruttivo con il sindacato.
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