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Come diventare insegnante? La riforma sul reclutamento e i punti cardine di Bianchi

“Per quanto riguarda la scuola primaria c’è già una laurea abilitante, ma in generale per il reclutamento stiamo lavorando mettendo enfasi sulle competenze, che poi sono quelle pedagogiche del mestiere. Ciò significa selezione basata non solo su competenze strettamente disciplinari ma anche su competenze provenienti dal tirocinio”.

Queste le parole del ministro Bianchi nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi sui programmi previsti dal PNRR. Il titolare del dicastero dell’istruzione indica la strada per diventare insegnante. Grande importanza ai concorsi, con l’esigenza di bandirne uno all’anno. Ma fondamentale diventa il tirocinio che per Bianchi vale quanto l’acquisizione delle competenze disciplinari. Pur se non citati dal ministro, potrebbero non trovare più spazio i 24 cfu che non “rappresentano il giusto modello formativo del diventare insegnante” (come dichiarato dallo stesso Bianchi). L’ipotesi è quella che il tirocinio possa sostituire i 24 cfu.

Per la scuola primaria, il ministro ha confermato la laurea abilitante, già presente. Ha poi annunciato il potenziamento della formazione iniziale ma anche sul lavoro in continuità. Proprio il punto della formazione sembra centrale nelle idee di Bianchi, come ha più volte ribadito nelle precedenti occasioni.

Il piano di riforme

Il Ministro ribadisce il suo piano di riforme: “In programma la Riforma degli istituti tecnici e professionali, degli istituti superiori e l’orientamento che deve partire dalle scuole medie; e non dimentichiamo i docenti, bisogna ridare dignità al mestiere di insegnante, ecco perché le nuove norme sul reclutamento e sulla formazione. Poi la riforma che le riunisce tutte: la riforma dell’organizzazione scolastica, che riguarda anche la numerosità delle classi”.

“Sugli investimenti abbiamo le idee chiare: ambienti per una nuova didattica molto più laboratoriale; e i contenuti della nuova didattica”.

“Grande attenzione agli asili nido per permettere un’eguaglianza di genere in tutti i settori; le mense scolastiche e le palestre per passare a un regime effettivo di tempo pieno in tutto il Paese. E poi un paino di estensione del tempo pieno, la riforma degli Its, la DaD e la formazione di tutto il personale, le nuove competenze, i nuovi linguaggi e le nuove scienze”.

“Entro novembre siamo pronti per fare bandi per 5 miliardi, per sostenere la ripartenza del Paese”.

“Le riforme sono molto importanti per noi. Crediamo infatti di dovere agire su tutta la filiera, con l’obiettivo di ridurre la dispersione scolastica e di dare al Paese quelle competenze che servono, all’interno degli stessi settori industriali, per dare un’accelerazione alla ripresa”.

“Le scuole medie saranno un punto di partenza per un accompagnamento dei ragazzi verso la scuola superiore e il potenziamento professionale”.

Redazione

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