Come diventare insegnante

Come diventare insegnante. Percorsi abilitanti ma per docenti di scuole tedesche

Una lettrice della Tecnica della Scuola porta all’attenzione della nostra testata il vademecum dei percorsi abilitanti per l’insegnamento alla scuola secondaria riservati ai docenti delle scuole tedesche e ladine. “Una realtà che il Ministero permette solo a loro – si rammarica la nostra lettrice – mentre a tutti gli altri miseri insegnanti di madrelingua italiana questo viene negato”.

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Il percorso abilitante biennale prevede un dialogo fra teoria e pratica, ponendosi come obiettivo la formazione critica e riflessiva dei/delle partecipanti.
Il percorso formativo si articola in:
a) moduli pratici sulla specificità della scuola altoatesina e sulle sue priorità;
b) applicazione pratica nella propria lezione;
c) osservazioni in aula;
d) documentazione dello sviluppo delle competenze personali;
e) pianificazione, implementazione e riflessione su un project work.

Secondo il vademecum segnalato dalla nostra lettrice, è obbligatoria la presenza per almeno il 75% delle ore previste per ogni ambito. Coloro che non lo raggiungessero, non potranno affrontare la prova scritta e non saranno ammessi al colloquio conclusivo, non potendo quindi completare il corso. Per colmare l‘assenza del 25% sono previsti compiti obbligatori di compensazione.
Le ore di assenza che superano il 25% sono ammesse soltanto per gravi motivi e comunque sottoposte all’approvazione della Direzione del corso
.

I sindacati chiedono percorsi abilitanti estesi a tutti

Una questione, quella dei percorsi abilitanti, su cui stanno spingendo il sindacati, da Flc Cgil a Cisl scuola, come opzione alternativa alle procedure di reclutamento predisposte dal Decreto Sostegni Bis.

Ne abbiamo discusso nella diretta della Tecnica della Scuola LIVE, in occasione della quale Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, ha dichiarato: “La questione vera è: fare un investimento sui percorsi abilitanti a regime, iniziando subito con una operazione semplificata di reclutamento, un percorso di formazione e procedure abilitanti, superarle è stato un fallimento. Bisogna ripartire da un intervento mirato, immediato e facilmente attuabile perché basterebbe allargare alla seconda fascia Gps ed eliminare il requisito dei tre anni“.

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Maddalena Gissi, segretaria Cisl scuola, nella manifestazione del 9 giugno, organizzata per protestare contro il Decreto Sostegni bis, ha dichiarato: “Perché non ci devono essere i percorsi abilitanti per chi lavora nella scuola da anni, perché non dobbiamo giocarci la partita della formazione?”

Insomma, il Decreto Sostegno bis, prima della sua conversione in legge, potrebbe riservarci delle soprese. Ne ha riferito anche il nostro vice direttore Reginaldo Palermo.

Carla Virzì

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