Ogni giorno a scuola il docente indirizza, con le sue lezioni, la sua didattica e il suo metodo di lavoro, gli studenti ad apprendere e ad acquisire quelle conoscenze e competenze necessarie per il loro percorso di formazione. Quindi il docente è la figura centrale per la formazione dello studente. Se un insegnante non è preparato o non è in grado di trasmettere il suo sapere agli alunni, la conseguenza di ciò è il grave fallimento educativo e formativo degli stessi alunni. Purtroppo è da anni che la figura docente ha perso la sua autorevolezza professionale e il suo ruolo di autonomia didattica.
Oggi l’insegnante si trova stretto tra le pretese, a volte arroganti e indolenti, dei genitori e l’autoritarismo del dirigente scolastico, che non vuole assolutamente avere seccature con le famiglie degli studenti.
La scuola dell’autonomia e del libero mercato, ha fatto diventare gli insegnanti dei veri e propri “commessi”, che devono eseguire gli ordini del “committente” che è il dirigente scolastico, al fine di offrire un servizio pubblico di qualità e gradito ai clienti, che sono gli studenti e le loro famiglie. Questo sistema ha fortemente mortificato il ruolo degli insegnanti, riducendo la loro libertà d’insegnamento e la loro creatività didattica, ma soprattutto ha reso la professione docente poco appetibile e per niente apprezzata.
Una professione quella docente anche malpagata e priva di un riconoscimento sociale, tanto che i nostri giovani non la considerano una professione da perseguire. In buona sostanza i nostri prof, sono stressati, demotivati , poco considerati, con retribuzioni da proletariato e a loro vengono chiesti ancora sacrifici.
Su queste basi, una domanda sorge spontanea: “come è possibile fare la buona scuola con i prof in cattività?”. La risposta è semplice e scontata: “non ci sarà nessuna buona scuola, finché non si darà centralità al ruolo degli insegnanti, restituendo loro la dignità rubata, la libertà d’insegnamento, una retribuzione europea e soprattutto il rispetto dovuto da parte delle famiglie e dei dirigenti scolastici”.
Per fare una buona scuola bisogna eliminare, senza alcuna remora, gli insegnanti incapaci e incompetenti, ma una volta fatto questo, bisogna riconoscere pienamente, giuridicamente ed economicamente, il valore professionale di chi è ritenuto idoneo a fare il docente.
La buona scuola che viene propagandata è invece una scuola dove i prof resteranno sempre di più in cattività, con maggiori carichi di lavoro, sempre più sottoposti al dirigente scolastico e sempre peggio retribuiti.
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