Digital divide da combattere e possibilmente da eliminare del tutto. Questo deve essere un obiettivo chiaro e forte che il nostro Paese deve darsi nei prossimi due, tre anni. Il PNRR, il piano nazionale di Ripresa e Resilienza non solo è di grande aiuto ma ne indica chiaramente la direzione e il percorso da intraprendere.
Come riporta lo stesso Documento del Governo uno delle Mission del Piano è quello di supportare ogni tipo di intervento mirato a “supportare le fasce della popolazione a maggior rischio di subire le conseguenze del digital divide, in qualche modo “l’ultimo miglio” delle conoscenze digitali”. Inoltre,
“Oltre alle misure (più) tradizionali fornite dalle piattaforme educative, di istruzione e di supporto all’inserimento nel mondo del lavoro, con il PNRR si vuole rafforzare il network territoriale di supporto digitale (facendo leva su esperienze regionali di successo) e il Servizio Civile Digitale, attraverso il reclutamento di diverse migliaia di giovani che aiutino circa un milione di utenti ad acquisire competenze digitali di base”.
Quindi la leva per eliminare il gap è quella di puntare sul network e sulla diffusione della cultura digitale da parte dei giovani.
E quindi, si deve lavorare pesantemente sulle scuole perché proprio lì è il contesto dove per primo si deve intervenire per contrastare il “digital mismatch italiano”. D’altronde ormai del mondo digitale non possiamo più farne a meno. Lo dicono i numeri relativi alla vendita di prodotti tecnologici come computer, tablet e smartphone: vendite sempre più in salita per supportare le famiglie sia nello smartworking che per la DAD.
In questo contesto, nasce il progetto messo in campo dalla società Enginering e da Assokowledge che si pone proprio l’obiettivo si sviluppare conoscenze sui linguaggi software e lo sviluppo di app per gli smartphone. Si tratta di un percorso arrivato alla fase conclusiva e orientato a formare in discipline STEM 20 studenti dell’ITIS Enrico Fermi di Frascati, incantevole cittadina situata sui Castelli romani.
Il progetto è stato pensato dagli esperti con un unico percorso triennale altamente professionalizzante ed indirizzato ai migliori talenti della scuola.
I docenti dell’Academy di Engineering hanno coinvolto i 20 ragazzi selezionati fin dalla terza superiore in circa 100 ore di lezioni, in cui hanno potuto affrontare linguaggi software sempre più complessi, fino ad arrivare, quest’anno, a sviluppare app professionali per smartphone.
Ma il percorso non finisce qui. I ragazzi saranno valutati dai professionisti di Engineering e chi avrà raggiunto il livello di competenze richiesto potrà entrare in stage in Engineering: un’opportunità, si legge in una nota dell’Azienda, “non solo per rafforzare ancora di più la loro formazione STEM, ma anche per osservare le dinamiche di una multinazionale attiva in un mercato estremamente dinamico come il digitale e cominciare un percorso di assunzione”.
L’obiettivo è di dare agli studenti gli strumenti effettivamente utili per costruire il loro futuro professionale, contribuendo a colmare il gap di competenze e risorse che da qualche anno caratterizza il mercato IT e digitale. Per questo è importante una formazione di lungo periodo, volta a portare sui banchi di scuola i linguaggi, i problemi e le competenze necessarie alle soluzioni del mondo del lavoro.
Un progetto che secondo gli esperti di Assoknowledge potrà essere una best practice nel ridisegno di nuove linee-guida, per ripensare e innovare i progetti formativi di alternanza Scuola-Lavoro, per renderli sempre più in linea con le reali esigenze delle imprese italiane.
La chiave di volta di questo e di futuri altri percorsi è la durata triennale, una grande chance per entrare con continuità e maggiore approfondimento e acquisizione del know how e come secondo aspetto il confronto con professionisti del settore che uniscono la pratica sul campo alla teoria.
Tutto questo consente ai ragazzi di maturare consapevolezza e fornisce loro le chiavi per poter entrare da protagonisti nel mondo del lavoro subito dopo il diploma.
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