Come entrare nel “merito”?

Ogni tanto se ne parla: come valorizzare il merito dei docenti? Chi insegna da molti anni (come me), ormai, non ci crede più.
 Una quindicina d’anni fa il ministro De Mauro parlò di “stipendi da fame”: chi avrebbe mai immaginato che dopo tutti questi anni saremmo stati in queste condizioni?
Contratto scaduto da più di 4 anni, scatti d’anzianità messi continuamente in discussione, carichi di lavoro sempre più impegnativi, età media dei docenti sempre più alta ecc. Quando leggo delle lodevoli intenzioni del neo ministro Giannini, mi preoccupo. Con quali risorse?
In questi ultimi anni ci sono stati solo tagli, sarà già un mezzo miracolo se non ci saranno ulteriori penalizzazioni! Bisogna guardare in faccia alla realtà e alla storia di questi ultimi decenni: qualunque soluzione “seria” costerebbe troppo allo Stato che, in fondo in fondo, preferisce che le cose stiano così, tutti con lo “stipendio da fame”.
Ancora di più mi preoccupo a leggere che i meritevoli sarebbero scelti sulla base meccanismi di vera e propria valutazione dei docenti da affidare ai dirigenti scolastici magari coadiuvati da “comitati” tecnici interni alla scuola stessa. E chi valuta se i dirigenti sono in grado di valutare i docenti? Chi decide da chi saranno formati i comitati tecnici interni alla scuola? Si potrebbero, secondo altre ipotesi, premiare i docenti disposti ad assumere incarichi aggiuntivi, ma chi ci assicura che se un docente è “disposto” è anche capace di svolgere quegli incarichi? 
Ogni tanto tornano in auge anche le famigerate 24 ore. Se si volessero ridurre i docenti a semplici tappabuchi, allora funzionerebbe, ma se si vuole una scuola di qualità, non mi pare che possa andar bene, anche senza considerare i problemi legati al “burnout” degli insegnanti che, sicuramente, si aggraverebbero. Io credo che l’unica soluzione possibile sarebbe quella di individuare i più meritevoli con un concorso per esami e titoli e introdurre una vera carriera degli insegnanti.
È cosi difficile? No, in realtà sarebbe semplicissimo se solo decidessero di investire nella scuola.

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