In pratica, come spiega Il Sole 24 Ore, si tratta di un credito di imposta del 65% delle erogazioni liberali effettuate nel 2015 e nel 2016 e del 50% per quelle effettuate nel 2017. Il credito di imposta spetta alle persone fisiche, agli enti non commerciali e ai soggetti titolari di reddito di impresa. Il credito di imposta è ripartito in tre quote annuali di pari importo. In base ai dati provvisori delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nell’anno 2014, risulta un ammontare di erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di circa 22,3 milioni di euro.
Per gli enti non commerciali e i titolari di reddito di impresa si stima un ammontare per tali erogazioni di circa 11,4 milioni di euro. Se la norma, quindi, entrerà in vigore a partire dall’anno 2015 e il credito diventi fruibile per intero in ciascun anno successivo a quello in cui viene effettuata l’erogazione si stima un minor gettito di 7,5 milioni per il 2016, che salgono a 15 milioni nel 2017.
Ma c’è pure la detraibilità del 19% delle spese sostenute per la frequenza di scuole paritarie dell’infanzia e del primo ciclo per un importo annuo non superiore a 400 euro.
In base ai dati del Miur il numero di alunni che nell’anno scolastico 2013-2014 hanno frequentato una scuola paritaria sono circa 874mila, di cui 622mila infanzia, 186mila primaria, e 66mila secondaria di primo grado. Considerando il tetto massimo di spesa detraibile prevista dalla norma pari a euro 400,00 ad alunno, si stima un ammontare totale di detrazione di circa 66,4 milioni di euro.
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