I docenti devono essere formati per prevenire eventi di conflittualità in classe o per riuscire sconfiggerli e mantenere un ambiente di apprendimento sereno? Sicuramente, conoscere come funzionano può contribuire a raggiungere questo obiettivo. VAI AL CORSO
Quanti tipi di negatività? Gli esperti distinguono tra negatività bassa (conflitto, malessere, errori, lamento, apatia) ed episodi di negatività alta (insulto, minacce, aggressività inconsulta). Per ognuno di questi differenti episodi l’insegnante può apprendere l’uso di strumenti di gestione delle criticità, adeguandoli al contesto, che varia dalle situazioni di classe alle riunioni del collegio docenti.
Si può senz’altro affermare che il comportamento negativo possa essere definito come un intreccio di fattori con una triplice provenienza: funzionale (biologico), disposizionale (psicologico) e situazionale (socio-culturale).
Ma la negatività può essere non solo affrontata ma anche trasformata in qualcosa di positivo e costruttivo, sia dal punto di vista didattico che relazionale.
Serve esperienza per fare ciò ma senza dubbio la formazione continua dell’insegnante può fornire spunti e pratiche da utilizzare subito e migliorare la situazione in classe e fuori dalla classe.
Su questi argomenti il corso Gestione della negatività in classe, a cura di Pino De Sario, in programma dal 13 giugno.
La Tecnica della Scuola, ente di formazione accreditato dal ministero dell’Istruzione e del Merito, offre un’ampia offerta formativa tra webinar, percorsi in e-learning, certificazioni e corsi rivolti alle scuole e corsi di preparazione ai concorsi.
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Per gli istituti scolastici interessati, sono disponibili i percorsi formativi Next Generation Classrooms e Next Generation Labs e il percorso di accompagnamento e supporto personalizzato Accompagnamento, co-progettazione e consulenza personalizzata per gli spazi della scuola nell’ambito del progetto Next Generation Schools in collaborazione con Casco Learning.
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