Quali formule didattiche per gestire la rabbia e la negatività in classe? Quali strumenti indispensabili per gestire e trasformare le negatività basse (conflitto, malessere, errori, lamento, apatia) e fronteggiare in maniera efficace episodi di negatività alta (insulto, minacce, aggressività inconsulta)? (VAI AL CORSO)
Di queste problematiche se ne occupa la didattica speciale ma non solo. Compito della didattica speciale, infatti, è aiutare gli alunni con difficoltà di apprendimento, di comportamento, di iperattività o altro, a raggiungere obiettivi individuali e individualizzati, a partire dai piani formativi e pedagogico-didattici che sono stati progettati per loro. Una didattica personalizzata, dunque, che richiede strategie precise rivolte al singolo individuo. In generale, tuttavia, è possibile lavorare sulle negatività del gruppo attraverso precise tecniche relazionali.
Una tecnica, perché sia efficace nella gestione della rabbia, della negatività, dei comportamenti aggressivi o comunque disfunzionali, non solo in relazione agli alunni ma anche tra adulti, richiede che essa sia non direttiva. Ma cosa significa esattamente? Cos’è una tecnica non direttiva? Ne parla Carl Rogers, psicologo statunitense, che afferma che il metodo non direttivo è quello di assoluta attenzione alla persona, ai suoi problemi, al suo punto di vista sulle cose. Un modo di fare e di relazionarsi agli altri che pone il focus sul rispetto dell’altro.
Il metodo non direttivo si delinea attraverso precisi atteggiamenti:
Sugli stessi argomenti il corso del formatore Pino De Sario, Gestione della negatività in classe, in programma dal 10 febbraio 2021.
Spiega De Sario: Per negatività intendiamo tutta quella massa stabile e frequente di episodi, eventi e agiti critici e disfunzionali che nella più piena ordinarietà, si presentano in ogni classe e in ogni consiglio di classe. Possiamo considerare il comportamento negativo un intreccio di fattori con una triplice provenienza: funzionale (biologico), disposizionale (psicologico) e situazionale (socio-culturale). Il corso sottolinea come, nei comportamenti negativi, oltre a disagio e criticità, si possa rintracciare una “risorsa seconda”, fortemente connessa con la motivazione e la resilienza di ragazzi e colleghi. Un’occasione per aggiornare le mappe concettuali e disporsi ad acquisire un kit innovativo di strumenti per trasformare la negatività bassa e proteggersi da quella alta.
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