A tutti i docenti è capitato di lavorare in classi difficili, da vari punti di vista: ma come risolvere eventuali situazioni spiacevoli? Come riconoscere le diversità di ogni studente e valorizzarle? Perché non esiste una classe “normale”? VAI AL CORSO
Oggi emergono nelle nostre classi e vengono riconosciute sempre con maggior chiarezza, specificità e caratteristiche affettive, culturali, sociali e di apprendimento degli alunni che rendono le stesse sempre più eterogenee e complesse. La tentazione di selezionare queste specificità, differenziarle e stigmatizzarle è molto forte.
Osservando però una qualsiasi delle nostre classi diventa evidente come sia impossibile definire all’interno del gruppo di alunni che la compongono, in modo netto ed insindacabile un criterio di “normalità” anche solo riferito all’apprendimento. Le teorie sull’apprendimento e gli esiti delle diverse ricerche ad esse relative, mettono in luce infatti come si tratti di un processo molto variegato che prevede diversi possibili canali di accesso al sapere e al saper fare, diverse modalità di esecuzione e stili, procede molto spesso a “salti” e non in modo lineare, è fortemente influenzato e connotato da emozioni, presenta tratti di originalità ed imprevedibilità. Insomma i teorici e gli specialisti a ben guardare non sanno per fortuna definire quali siano i bambini cosiddetti “normali” e quali no.
L’insegnante ha quindi davanti a sé una classe con le sue diversità che rendono unico ed irripetibile ogni bambino ed unica e irripetibile quella classe; anche gli insegnanti che in quella classe operano sono essi stessi connotati di diversità e specificità che incidono in modo “potente” nel team e sulla classe. Questo è il crogiolo in cui l’apprendimento di quella classe e di ciascun bambino avverrà, per alcuni aspetti anche in modo misterioso. Le insegnanti però di quel crogiolo hanno in mano il mestolo e le ricette, e controllano il fuoco.
Il punto di vista dell’insegnante sulla classe, la prospettiva in cui essa si colloca e di conseguenza agisce, potranno fare la differenza per la classe e per ciascun bambino.
Dopo un’attenta osservazione ed analisi del contesto in cui si trova ad operare, la domanda generativa che l’insegnante o meglio il team di insegnamento può porsi deve essere allora: “Come posso cambiare o rendere migliore il mio modo di fare scuola per favorire davvero l’apprendimento di tutti?” Il focus quindi si sposta dai bambini per mettere in luce le modalità e le strategie di insegnamento, la capacità di progettazione ed ideazione, di mettersi in gioco accettando nuove sfide educative, e soprattutto la volontà e l’azione di cambiamento degli insegnanti.
Questo significa in prima istanza creare un buon clima di classe, costruire la comunità di apprendimento dove il gruppo accoglie e valorizza le diversità di ciascuno, le integra e le potenzia per una reale promozione di tutti. L’insegnante poi, come un sapiente e competente regista, progetta gli scenari di apprendimento, ampi, significativi e motivanti, ne cura l’attuazione con flessibilità e pazienza, fiducia ed apertura alle capacità degli alunni, attenzione ai diversi stili cognitivi e di apprendimento in un clima attento e positivo, allegro.
In questo contesto l’approccio all’insegnamento-apprendimento è costruttivo ed attivo, si innesta nel naturale processo di apprendimento del bambino, per una costruzione di saperi e di significati autentica e durevole. La metacognizione è favorita ed insegnata, diventa uno strumento che insegnanti ed alunni costruiscono ed utilizzano insieme per rivedere, regolare e potenziare il processo. La valutazione è formativa ed autentica, prevede momenti di autovalutazione e co-valutazione, coinvolge anche le famiglie dando loro un’occasione reale di intervenire in modo efficace nel processo di apprendimento. L’apprendimento non è più esclusivamente a carico dell’insegnante, ma ciascuno è responsabile del proprio apprendimento e dell’apprendimento di tutti.
Il corso
Su questi argomenti il corso Insegnare nella classe complessa, a cura di Riccarda Viglino, in programma dal 7 novembre.
Il corso si propone di guidare gli insegnanti a:
- Riflettere sui diversi aspetti di complessità delle classi
- Prendere coscienza dell’impatto emotivo e relazionale sull’apprendimento
- Individuare percorsi di lavoro attivi e significativi
- Strutturare attività cooperative efficaci
- Riflettere sulla valenza della valutazione formativa come occasione di apprendimento
- Riflettere sul processo di autovalutazione come elemento che permette di “governare” in modo sempre più autonomo il proprio apprendimento
Preparati con La Tecnica della Scuola
La Tecnica della Scuola, oltre a webinar, percorsi in e-learning, certificazioni e corsi rivolti alle scuole organizza corsi di preparazione ai concorsi come il corso di preparazione al concorso Ds di 30 ore articolato in 8 moduli che affronta in modo esaustivo gli argomenti del programma dell’esame, destinato a docenti, aspiranti dirigenti e dirigenti in servizio.
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