Didattica

Come i social hanno cambiato la lingua italiana? Spunti per una riflessione in classe sui fenomeni linguistici del web

La lingua cambia continuamente. Ma le modifiche apportate alla lingua che usiamo, con l’avvento del web, sono molte e, come molte cose che passano attraverso quel moltiplicatore e acceleratore che è la rete, hanno conseguenze molto significative anche sulla nostra vita personale e sui nostri diritti di cittadini. VAI AL CORSO

Tanto che la domanda oggi, a partire dalla lingua, non è più “cosa ci faccio col web” ma “cosa il web sta facendo a noi”, al nostro linguaggio e di conseguenza al nostro modo di esprimerci; quindi di ragionare, di sentire, di avere relazioni e fare amicizie, di agire e scegliere, cioè di essere cittadini. (S.Turkle).

Cominciando dalla lingua, perché di qui comincia il processo che coinvolge informazioni, conoscenze, ma anche emozioni, sentimenti, percezioni, relazioni, amicizie e il nostro modo di essere.

Allora è il momento di fare, insieme ai nostri ragazzi, una riflessione linguistica attraverso esempi, ricerche, dati ed autori, su come il nostro linguaggio, in molti modi, sia cambiato con l’avvento del web e su quali siano le conseguenze su di noi, come persone e come cittadini, di questo cambiamento dinamico.

Quali nodi tematici?

Per capire la lingua del web si può riflettere sul rapporto tra quantità e qualità di parole conosciute e democrazia, sul rapporto parole-azioni-potere, come ci ricorda “Alice nel paese delle meraviglie”. O, ancora, sulla scomparsa di modi e tempi dei verbi nei media e sulla semplificazione verso la assertività. Anche, ma non solo, per la brevità imposta dagli ambienti social.

Non si può poi non passare dai neologismi, le parole straniere, le sigle o abbreviazioni, dal “gergo” dei social che fa ormai parte anche della lingua parlata/scritta nella vita di tutti i giorni. Molta attenzione deve essere posta poi proprio sulla lingua del web, spesso breve, aggressiva, equivocabile per mancanza di linguaggi non verbali (viso, gesti, tono); sul linguaggio dell’odio in rete. O, ancora, sulle emoticon.

Bisogna essere consapevoli del fatto che oggi i giovani ci propongono, attraverso il web, un modo nuovo di comunicare multimediale e della potenzialità dei linguaggi ipertestuali che ci offre la comunicazione online.

Su questi temi si possono costruire coi ragazzi percorsi interdisciplinari che partano da buone pratiche, video, stimoli e giochi per poi diventare didattica attiva. Essendo una attività trasversale il lavoro avrebbe a che fare sia con l’educazione civica che con la cultura e la cittadinanza digitale. Potrebbe coinvolgere docenti dei vari ordini: da quelli impegnati in attività di Ed Civica e Italiano a Storia, Informatica, Tecnologia, Animatori digitali e team.

Risultano d’ispirazione in questo contesto le parole di Carlo Scognamiglio: “L’insegnamento deve adeguarsi al cambiamento dei linguaggi e dei comportamenti cognitivi, imparando ad animare gli spazi di un immaginario che si compone anche dentro e attraverso la Rete”.

Il corso

Su questi argomenti il corso La lingua italiana ai tempi del web, in programma dal 20 ottobrea cura di Rodolfo Marchisio.

Redazione

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