Categorie: Politica scolastica

Come il M5S vuole riformare la scuola

Dopo la vittoria ottenuta a Roma e Torino, il Movimento 5 Stelle si dichiara pronto per governare l’Italia, per la felicità di quegli insegnanti a cui la politica di Renzi e di Stefania Giannini, sulla scuola è andata di traverso.

Tanti altri docenti invece che sono entrati in ruolo, grazie proprio a questa riforma e grazie all’organico potenziato, che hanno ricevuto gli 80 euro e ora anche il bonus di 500 per l’aggiornamento non sarebbe proprio così. Ma l’unanimità di intenti è sempre difficile.

In questa sorta di “vuoto” che la riforma ha lasciato si inserisce il Movimento 5 Stelle che in questi anni ha presentato molte soluzioni per risolvere, secondo la propria visione politica, il nodo del sistema scolastico italiano.

 “Sette soluzioni per la Scuola” ha scritto il Movimento, ma nessuna è stata approvata, benchè ci fosse: l’edilizia scolastica, reclutamento docenti, numero degli alunni nelle classi, contributi volontari, insegnamento 2.0, salute degli studenti e stop dei fondi statali per le scuole paritarie. A tutto questo poi si aggiunge lo stralcio della Legge Gelmini.

 

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Nel dettaglio:

         1) Edilizia scolastica (Proposta di Legge di Chiara di Benedetto): per tre anni verranno stanziati 591 milioni l’anno per la rimozione delle barriere architettoniche, la messa in sicurezza degli edifici scolastici, l’efficientamento energetico e la messa a norma delle strutture;

         2) Reclutamento docenti (Proposta di Legge di Silvia Chimienti): piano quinquennale che prevede l’assunzione di tutti i 300 mila docenti in graduatoria ad esaurimento e abilitati delle graduatorie d’istituto. Successivamente verrà applicato un nuovo sistema di formazione e reclutamento che impedirà il “ricrearsi delle sacche di precariato”. Questo piano verrà realizzato tramite l’ampliamento degli organici, la reintroduzione del tempo pieno nella scuola primaria e all’introduzione di incentivi part-time per i docenti con più di 25 anni di servizio.

         3) Diritto allo studio: si tratterebbe di un piano triennale di finanziamento agli istituti scolastici, con aumento dei fondi delle quote annuali e vincoli più stringenti per la richiesta di contributi volontari alle famiglie;

         4) Composizione delle classi: il totale degli alunni presenti in ogni classe non potrà superare le 22 unità. Questo numero si riduce a 20 in presenza di un alunno disabile;

         5) Scuola 2.0 (Decreto Carrozza): l’insegnamento della lingua inglese verrà introdotto anche nella scuola per l’infanzia. Inoltre, verrà data molta importanza al materiale didattico multimediale che potranno essere prodotti dalle stesse scuole. La maggior parte di questi materiali sarà gratuiti;

         6) Stop ai finanziamenti per le scuole private secondo l’articolo 33 della Costituzione che prevede che gli enti privati possono istituire delle scuola private, ma lo Stato non deve avere alcun onere.

         7) Educazione scolastica: secondo il Movimento 5 Stelle bisogna migliorare anche il tema dell’integrazione scolastica per cui si propone di introdurre educazione all’affettività e alla sessualità consapevole nelle scuole secondarie di primo grado e nel biennio delle secondarie di secondo grado così da combattere qualsiasi forma di discriminazione e bullismo.

Pasquale Almirante

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