Capita spesso agli insegnanti di trovare, nel loro percorso professionale, alunni che sembrano non riuscire studiare o ad apprendere. Spesso, purtroppo, non si sa come agire di fronte a questi casi: a volte occorrerebbe concentrarsi sul metodo di studio seguito dall’alunno. VAI AL CORSO
Ogni alunno ha delle proprie peculiari capacità cognitive e una tendenza a seguire un certo stile di apprendimento. Non si può, quindi, pretendere di insegnare a tutti allo stesso modo. L’insegnamento non può prescindere dalla conoscenza del nostro organo pensante e di conseguenza dalle sue modalità di funzionamento sia in termini fisiologico-cognitivi (teorie cognitiviste) che mentali (teorie della mente).
Un apprendimento personalizzato risulta utile per ogni alunno che si trova in difficoltà e che racimola insuccessi scolastici. A volte, infatti, cambiando modo di approcciarsi allo studente e aiutandolo a trovare il modo migliore, secondo le sue caratteristiche, di studiare, la situazione può essere ribaltata.
Bisogna così valorizzare le differenze degli alunni-persone in un’ottica fenomenologica e metacognitiva. Ma, prima di fare ciò, occorre avere gli strumenti atti a riconoscerle, facendo attenzione alle operazioni mentali implicate nello studio: attenzione, memorizzazione e riflessione.
Ovviamente, tutto ciò è imprescindibile nel caso di alunni con disfunzioni cognitive (handicap non gravissimi) o con BES.
Su questi argomenti il corso Metodo di studio e personalizzazione dell’apprendimento, in programma da venerdì 14 ottobre, a cura di Mariangela Angeloni e Pietro Sacchelli.
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