L’insegnamento della matematica è stato al centro del convegno organizzato dalla Fondazione “I Lincei per la scuola”. Insieme al ministro Valditara, il premio Nobel Giorgio Parisi e il presidente dell’Unione Matematica Italiana, oltre ad esperti del settore, ci si è confrontati sui temi della formazione iniziale e in servizio degli insegnanti e della valutazione degli alunni.
Si è sottolineato come ancora siano presenti importanti criticità, sia a livello quantitativo che qualitativo e superarle è un obiettivo molto complesso. Un fattore di importanza centrale è quello della formazione iniziale e in servizio degli insegnanti.
Secondo la Fondazione appare urgente dare avvio, a partire dal prossimo anno scolastico 2023/24 al percorso abilitante di formazione iniziale, articolato in 60 CFU, previsto dal DL 36/2022. Fondamentali le Linee Guida relative ai contenuti e al percorso del tirocinio.
Almeno 20 CFU dovrebbero riferirsi a insegnamenti di didattica disciplinare propri della specifica classe di insegnamento che trattino metodi di insegnamento e di valutazione specifici della disciplina.
Per quanto riguarda la struttura del percorso formativo, la durata minima del percorso dovrebbe essere di otto mesi, fissando un numero chiuso sulla base del fabbisogno. Le prove di accesso dovrebbero essere svolte prima dell’estate, vertere sui contenuti delle discipline ed essere possibilmente uniformi su tutto il territorio nazionale. Opportuno limitare il numero di CFU che possono essere erogati in modalità telematica (al massimo 10) e, al di là del primo periodo transitorio per chi ha già acquisito i 24 CFU, il numero di CFU che possono essere riconosciuti da percorsi pregressi (al massimo 12).
Il tirocinio dev’essere progettato insieme da Scuola ed Università. Per questo appare fondamentale una congrua assegnazione di docenti della Scuola Secondaria, in regime di semi- esonero, con funzione di tutor e di affiancamento delle didattiche laboratoriali. Infine, appare cruciale che la formazione iniziale sia prevista per tutti i docenti con contratto a tempo determinato. Sembra probabile che ne trarrebbero il maggiore vantaggio proprio i docenti di questa categoria, che invece ne sono completamente esclusi.
La formazione in servizio appare essenziale, in particolare:
Il tema comprende almeno tre aspetti: a) valutazione periodica e finale, b) esame di stato (per i licei scientifici), c) valutazione standardizzata.
a) Sembra auspicabile che:
i. siano sviluppate e condivise anche per la Scuola Secondaria indicazioni relative alla valutazione formativa in Matematica, sia per una coerenza globale del percorso formativo, sia per l’importanza della valutazione formativa in termini di orientamento;
ii. siano fornite indicazioni orientative sia sulle possibili pratiche di valutazione in itinere in Matematica
b) Sull’esame di stato, a margine dei cambiamenti imposti dal periodo pandemico, sono emerse le necessità seguenti:
i. garantire che la prova scritta di indirizzo per i Licei Scientifici garantisca una verifica degli apprendimenti in Matematica o con una prova specifica della disciplina, o con una prova pluridisciplinare coerente con gli obiettivi esplicitati nelle Indicazioni Nazionali (attualmente è possibile che la prova dell’esame di stato non contempli la Matematica). Nel caso di prove pluridisciplinari, dovrebbe essere assicurata una adeguata autonomia di ogni disciplina coinvolta rispetto alle altre. La seconda prova scritta nei Licei Scientifici, in cui la Matematica è disciplina caratterizzante, dovrebbe comprendere quesiti e problemi che consentano la valutazione di conoscenze, abilità e competenze matematiche previste dagli obiettivi esplicitati nelle Indicazioni Nazionali;
ii. assicurare una qualche forma di valutazione delle competenze matematiche anche al termine dei percorsi diversi dal Liceo Scientifico. Attualmente circa tre quarti dei diplomandi concludono il loro percorso senza una reale verifica di tali competenze. L’assenza di una chiara indicazione ministeriale in tal senso sembra incompatibile con l’importanza, ripetutamente asserita, dell’alfabetizzazione matematica dei cittadini.
c) Per quanto concerne la valutazione standardizzata, stante il passaggio delle prove per la Scuola Secondaria alla forma “Computer Based Tests” (CBT), diventa molto più critico il valore restitutivo di tali prove per la valutazione formativa e l’autovalutazione delle scuole. Il fatto che non siano più noti né i quesiti (tranne alcuni lasciati come esempio) né le scelte degli allievi rischia di limitare al ranking la comunicazione alle scuole, alimentando effetti negativi. Sembra perciò opportuno sia immaginare forme di restituzione dei risultati più “aperte”, sia definire opportunamente la materia dei dati Open a disposizione delle scuole.
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