Il governo francese ha aperto un sito internet stop-djihadisme.gouv.fr, con lo scopo di «Agire contro la minaccia terroristica» e «Prevenire una radicalizzazione violenta». Quattro le sezioni principali del sito: «Comprendere (la minaccia terroristica)», «Agire (l’azione dello Stato)», «Decifrare (la propaganda jihadista)», «Mobilitarsi (insieme)». Il tutto condito da video, infografiche, canali social, persino un formulario online per essere ricontattati.
Lo scopo è appunto quello di stanare quei ragazzi magari insospettabili e invisibili perfino all’interno della loro stessa famiglia la quale talvolta troppo tardi si accorge della trasformazione dei figli in militanti di Isis. L’orario di apertura del call center è dalle 9 alle 18, dal lunedì al venerdì. Chiunque può telefonare al numero verde, ma per richieste molto particolari: capire se il proprio figlio, o il fratello, o la giovane nipote teenager stanno per diventare terroristi di Isis.
Il numero verde, da chiamare immediatamente «per segnalare una situazione preoccupante», «evitare un possibile dramma», ma pure per semplici dubbi, domande, insomma per «aiutare la propria famiglia». Anche in forma anonima, senza dover fornire nome e cognome. Con all’altro capo della linea psicologi, assistenti sociali ed educatori pronti a dare ogni tipo di consiglio utile.
La sezione probabilmente più interessante del sito, sottolinea Il Sole 24 Ore che riporta questa notizia, è quella che approfondisce i meccanismi di propaganda. Chi sono i terroristi? Giovani, a volte minorenni. Senza particolari barriere all’ingresso: arrivano da tutti i Dipartimenti, francesi e non, ricchi e poveri, urbanizzati e non, dai centri delle città come dalle temibili banlieues, le periferie degradate. Alcune delle “reclute” che vengono indottrinate non conoscono nemmeno bene l’Islam, provenendo da famiglie cristiane, ebraiche, laiche o agnostiche.
Il canale principale di reclutamento dei terroristi è internet. Dove Isis mette in mostra tecniche di comunicazione raffinate e, soprattutto, multicanale: ci sono siti e blog, ma anche forum, video (su YouTube, DailyMotion e altri), servizi di comunicazione diretta (da Skype a WhatsApp). I jihadisti si annidano persino nei siti di dating online, quelli per trovare l’anima gemella. Visto che il target è costituito da giovani, il grimaldello della propaganda è rappresentato dal ricco arsenale dei social, da Facebook a Twitter passando da Instagram.
Su “Stop Dihadisme” quindi scatta l’appello alle famiglie: fate attenzione a cogliere i sintomi del virus prima che sia troppo tardi. Una grande infografica spiega quali sono i nove campanelli d’allarme, tenendo conto che più se ne manifestano più il pericolo è concreto.
I giovani jihadisti infatti:
1. diffidano dei vecchi amici che adesso considerano “impuri”;
2. rigettano i membri della loro famiglia;
3. cambiano in modo brusco le loro abitudini alimentari;
4. abbandonano la scuola o gli istituti di formazione professionale perché l’insegnamento fa parte del “complotto”;
5. smettono di ascoltare la musica perché li distrae dalla loro missione;
6. non guardano più la Tv e non vanno più al cinema per non vedere immagini che sono loro proibite;
7. interrompono le attività sportive perché sono miste (maschi e femmine);
8. cambiano il loro vestiario, in particolare le ragazze usano abiti che nascondono il loro corpo;
9. frequentano assiduamente reti sociali a carattere radicale o estremistico.
E comunque, più in generale, ripiegano su se stessi, rifiutando ogni forma di autorità e di vita sociale.
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