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Come l’esperienza Cov-Sars-2 si potrebbe sfruttare per un rinnovamento della didattica

Interessata potrebbe essere la fascia 3-10 anni e la scuola elementare, riprendendo l’antica e validissima esperienza, svolta in Italia dal 1900 al 1977, di educazione all’aperto, ma ripresa in forma moderna, alternando l’insegnamento in aula (da istruzione) con quello all’aperto (da sperimentazione), non solo perché ciò facilita la soluzione del problema del distanziamento e minor contagio, ma anche perché mai come oggi l’apprendimento deve avere come riferimento la “comunità educante”, che va oltre l’aula e i maestri.

Dalla teoria alla pratica

In altre parole, mettere in condizione maestre e maestri di passare da  insegnamento teorico (come galleggia un corpo nell’acqua) a quello diretto (fare l’esperienza del galleggiamento). La “rivoluzione” è in atto anche nei paesi poveri, dove nel villaggio i mestieri in esso presenti sono fonti rilevanti di conoscenza, così come sta accadendo nei paesi del Nord Europa e in Germania, dove vigono le norme di sicurezza europee, e dunque si potrebbero applicare anche in Italia.

I pedagogisti

Esperti pedagogisti a questo proposito fanno notare che  i bambini tedeschi e danesi imparano ad accendere il fuoco, a giocare con l’acqua, a correre qualche piccolo rischio e dunque non si vede perché non lo possano fare i loro coetanei italiani, che non sono certo più stupidi.

Partire a giugno per applicare a settembre

Per questo – suggerisce lavoce.info- sarebbe importante che già a giugno partissero sperimentazioni simili, secondo il modello di scuola “dentro e fuori” e magari laddove  il quoziente R0 è  più basso e ci sono minori contagi, così da dare indicazioni utili alla ripartenza di settembre.

A giugno – si legge su lavoce.info- le maestre e i maestri potrebbero dunque avvalersi della collaborazione degli educatori dei campi estivi per avviare le premesse di un nuovo ciclo elementare dove l’apprendimento fa un balzo in avanti. Sarebbe un contributo rilevante all’innovazione educativa, ma anche un aiuto concreto per le mamme lavoratrici, così come avviene in Danimarca, Germania o Finlandia dove si opera in questa direzione ottenendo ottimi indicatori di apprendimento.

I contagi non coinvolgono i bambini

Peraltro, le ricerche su Vò Euganeo, l’Alta Savoia, e la Svizzera hanno confermato che i bambini fino a 10 anni non contagiano e non si ammalano. Dopo i medici, potrebbero essere proprio le nostre maestre delle scuole elementari a dare un contributo decisivo a una ripartenza migliore e diversa dell’Italia.

Pasquale Almirante

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