Allarme docenti in Lombardia. Mancano 3mila cattedre tra superiori, medie, primarie e scuole d’infanzia, mentre mancherebbero all’appello altri 2mila insegnanti di sostegno. Non solo.
La notizia più importante, in realtà, riguarda i trasferimenti: saranno più di 800 gli insegnanti che andranno via, molti dei quali torneranno al centro-sud, una mobilità principalmente in uscita.
Sulla webzine specializzata Formiche.net, si punta l’attenzione su questo fenomeno.
Nulla di male nel “naturale desiderio di insegnanti non lombardi di tornare a casa per ricongiungersi alla famiglia, godere di un clima più mite e per qualcuno di prepararsi a vivere l’età della pensione in condizioni più rilassate”.
Il sito, però, si chiede: “il paese, e non solo il nord, può permettersi che insegnanti di valore (hanno superato un concorso) abbandonino o non accettino un incarico (che paradossalmente il più delle volte è a tempo indeterminato) per ragioni economiche?”.
Uno dei motivi di questo “turismo scolastico”; non molto rispettoso dei diritti degli studenti, “sta nel sistema retributivo statale che ha sostanzialmente stipendi uguali a parità di ruolo e di anzianità”.
Dopo tante battaglie per eliminare le “gabbie salariali” (che è bene ricordare prevedevano minimi contrattuali nazionali differenziati) nel settore degli statali le “gabbie” sono state innalzate senza colpo ferire e, clamorosamente, l’impianto è stato ribaltato”, si legge ancora su Formiche.net
“Infatti il potere d’acquisto reale delle retribuzioni dei dipendenti dell’area statale del centro sud è significativamente più elevato di quelli del nord. Esattamente il contrario del modello contrattuale privato che ha permesso, in tutto il paese, attraverso la contrattazione integrativa decentrata, di garantire e di ampliare il potere d’acquisto dei salari in virtù sia delle dinamiche inflazionistiche territoriali che della produttività aziendale”.
“È davvero uno sforzo sovrumano adottare il modello contrattuale dei metalmeccanici al sistema statale?“, si chiede il sito.
“Valorizzare sempre più la comunità degli insegnanti all’insegna del merito e della responsabilità contribuisce a dare alla scuola, che deve essere in primo luogo al servizio degli studenti e delle famiglie, gli strumenti per garantire il rinnovamento della nostra società”, è la risposta al quesito.
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