L’evoluzione tecnologica e la convergenza verso il mondo digitale hanno avviato processi che stanno modificando il nostro modo di vivere e d’apprendere.
E anche di lavorare, rendendo sempre meno netto il confine tra i diversi contesti in cui viviamo. I dispositivi mobili , tablet e smartphone sono stati i primi fattori di cambiamento che hanno consentito di rendere labile la separazione tra l’ambiente lavorativo e quello privato.
Le e-mail, i documenti sono diventati consultabili ovunque nella metropolitana, nel parco, nella sala di imbarco, a casa consentendo un aumento della produttività a vantaggio della sfera personale e di una migliore redistribuzione del tempo.
Sui dispositivi mobili possono essere utilizzate anche altre tecnologie in grado di ridurre la distanza fisica tra le persone quali ad esempio sistemi di Unified collaboration che consentono una multi-canalità nelle comunicazioni che ora non è fatta solo dalla voce, ma dalla videoconferenza, dalla chat, dalla condivisione di documenti di lavoro e di studio.
Ma i device possono fare ancora altro. L’implementazione di sofisticati programmi permettono la firma grafometrica che sostituisce a norma di legge la firma in calce sui documenti.
Evitare le file in banca stando comodamente seduti sul proprio divano? Semplici app installati sullo smartphone consentono di pagare bollette e fare l’estratto conto in pochi secondi.
La tecnologia NFC (near field comunication) è in grado di abilitare il cellulare con un semplice passaggio del dispositivo a servizi tipo il printing on demand, aperture di sale riunioni, timbrature a tornelli aziendali, dematerializzazione dei buoni pasto, piccoli pagamenti tipo le macchinette erogatrici caffè.
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Lavorare ovunque, il nuovo paradigma dello smartworking, è possibile proprio grazie alla stretta correlazione di nuove tecnologie con dispositivi intelligenti e sistemi di sicurezza in grado di garantire flessibilità , disponibilità, e appunto sistema di accesso sicuro alle infrastrutture aziendali.
Secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management Politecnico di Milano, oggi lo smart working coinvolge solo il 5% dei dipendenti, con una netta prevalenza degli uomini (72%) sulle donne (28%). Ma aumenta del 30% l’efficienza del lavoratore.
Un dato destinato a crescere in maniera esponenziale che consentirà quindi un notevole risparmio per le aziende, di migliorare la qualità della vita delle persone, di avere benefici ambientali grazie ai minori spostamenti e quindi minore consumo di anidride carbonica.
Ma la vista Smart del lavoro non è altro che un tassello del percorso che porta verso lo smart city e l’IoT, dove dispositivi intelligenti sono in grado di agevolare la relazione tra le cose e le persone facilitando il controllo da remoto con gli stessi dispositivi mobili che aggiungono dunque ulteriori funzionalità ed utilizzi a quelli già in essere.
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