Certe volte la ricerca dimostra cose ovvie, ma non sempre messe in pratica: come quella che agli studenti fa bene essere emotivamente coinvolti nello studio perché migliora le performance di apprendimento. Anche nelle più ostiche materie scientifiche: a questa conclusione sono giunti i coordinatori di una lunga ricerca coordinata dalla Fondazione Cariplo, durata circa due anni, che ha coinvolto più di 1.500 insegnanti e circa 35.000 studenti della Lombardia.
Il progetto, chiamato “Est-Educare alla Scienza e alla Tecnologia” e presentato l’11 aprile a Milano durante il convegno “Questa è Scienza!”, ha fatto emergere inequivocabilmente come la comprensione delle materie scientifiche aumenti quando gli studenti “sono coinvolti in attività didattiche entusiasmanti”: per realizzare questo tipo di situazione gli insegnanti si sono prodigati nella sperimentazione di una didattica meno formale, più divulgativa e laboratoriale.
Una sperimentazione che ha prodotto davvero ottimi risultati: nei due anni di attuazione del progetto gli insegnanti hanno intatti riscontrato il maggiore interesse degli studenti attraverso un sensibile miglioramento delle loro competenze acquisite. Si è raggiunto, in pratica, il massimo risultato, con docenti e studenti a remare finalmente dalla stessa parte.
La bontà dell’iniziativa ha permesso inoltre la nascita di ben 25 musei in rete, oltre che l’avvio ad una serie di laboratori specifici su diverse tematiche che vanno dalla biodiversità alla botanica e all’energia.
“Non vogliamo ragazzi svogliati – ha commentato Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo – che passano passivamente le loro giornate davanti alla tv e ai videogiochi. Vogliamo ragazzi brillanti e interessati alla scuola: il progetto ha smentito l’immaginario collettivo che indica gli insegnanti come persone demotivate”. E anche degli studenti disinteressati alla scienza, “ma è necessario che i ragazzi – ha concluso Guazzetti – vengano messi nelle condizioni di lavorare bene: solo così è possibile”. Chissà se un progetto di questo genere possa dare indicazioni a chi dovrà cercare di sollevare le sorti dei nostri studenti, che in fatto a competenze scientifiche (vedere ultimi dati Pisa-Ocse) devono assolutamente rimboccarsi le maniche.
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