Le aspettative che nelle settimane passate si erano create intorno al Seminario “Perché l’acqua bolle ?” promosso dalla Associazione docenti italiani e dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo non sono andate deluse.
A Bologna, nei due giorni dell’evento (29 febbraio e 1 marzo) si sono ritrovati non meno di 400 persone, fra insegnanti, dirigenti scolastici, docenti universitari, specializzandi SSIS, amministratori locali ed editori.
Nel corso del Seminario gli esiti dell’indagine PISA sono stati ancora una volta illustrati, ma in questa circostanza ci si è soffermati anche a lungo ad esaminare i fattori che concorrono a produrre nei giovani migliori competenze.
C’è stata quindi una forte sottolineatura della necessità di dare ampio spazio all’educazione scientifica fin dalla scuola elementare, l’età d’oro per questo apprendimento.
Illuminante è stata a questo proposito la relazione di Pierre Lèna che insieme al premio Nobel per la fisica Charpak ha costruito l’esperienza di “Le mani in pasta”.
Il progetto, era stato avviato in Francia una decina di anni fa sotto la guida di Georges Charpak (premio Nobel per la fisica nel 1992), dopo che alcuni membri della Accademia delle scienze francese si erano accorti che l’insegnamento delle scienze era stato praticamente abbandonato nelle scuole elementari francesi. Attualmente il progetto è adottato da un terzo delle scuole pubbliche francesi, e sta avendo un grande sviluppo anche all’estero.
Un’altra importante indicazione emersa dal Seminario riguarda a complementarità fra educazione scientifica ed educazione linguistica. Non si dà l’una senza l’altra: l’insegnamento scientifico – hanno ripetuto i diversi relatori nei loro interventi – implica un importante lavoro verbale e linguistico, di comprensione dei testi, di comunicazione orale e scritta.
Largo spazio è stato dedicato anche ai risvolti editoriali: l’indagine PISA e il crescente accento posto sulle competenze stanno influenzando in modo decisivo la filosofia di costruzione dei libri di testo.
E così, poco per volta, nei libri si è iniziato a dare più spazio alla funzione della scienza come strumento di soluzione dei problemi della vita reale. Ma non manca anche una maggiore attenzione ai problemi della comprensione del testo scritto