Il Ministero dell’Istruzione ha inviato il 26 ottobre alle scuole una nota a firma del Dott. Max Bruschi , anticipando un’ ipotesi di contratto sulla didattica a distanza (o meglio DDI), firmato solo dai sindacati Anief e Cisl.
La nota ha creato non poca confusione, allorché si sostiene che «le scuole continuino ad essere aperte e il personale docente e Ata opera in presenza».
È pur vero che il testo della nota spiega poi che è «previsto che la dirigenza scolastica adotti particolari e differenti disposizioni organizzative», ma questo non ha evitato tensioni tra dirigenti e docenti in regioni come la Lombardia, la Campania, la Puglia specie dove è previsto che tutti gli studenti restino a casa e che si limitino gli spostamenti sui mezzi pubblici, in quanto i dirigenti scolastici impongono, dopo l’emanazione della nota Bruschi, la presenza a scuola dei docenti in scuole vuote per collegarsi agli alunni.
La nota poi contiene anche alcune novità che riguardano le ore di lezione a distanza: le scuole possono decidere di ridurre i moduli orari da 60 minuti a 45-50 minuti e per evitare l’affaticamento dei ragazzi e aggiungiamo dei docenti al computer, prevedere pause più lunghe tra una lezione e l’altra.
Che fare?
Bisogna chiedere ai dirigenti scolastici di adottare particolari e differenti disposizioni nel caso tutti o un gruppo di docenti decida di fare la DDI da casa nello stesso spirito del DPCM che cerca di limitare gli spostamenti. Molti docenti usano i mezzi pubblici e sono pendolari.
Ma anche :
- richiedere la riduzione oraria a 45 /50 minuti,
- prevedere una necessario pausa di 10 minuti tra una lezione e l’altra,
- definire il tutto con un Collegio docenti a distanza
- in caso di conflittualità prevedere l’intervento di RSU e dei rappresentanti territoriali delle OO.SS.