La scuola non è finita: Coop lancia Didattic@Insieme, un progetto di formazione per accompagnare insegnanti, educatori e famiglie all’uso del digitale così da potenziare la didattica in presenza, a distanza o in modalità mista.
Abbiamo intervistato le prof.ssa Maria Ranieri (docente di Tecnologie dell’Istruzione e Didattica Generale presso il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze) che conduce i webinar dedicati alle metodologie didattiche per la scuola digitale per capire come prepararsi al prossimo anno scolastico.
L’emergenza Covid 19 e la conseguente necessità di ricorrere alla didattica a distanza ha messo in evidenza l’impreparazione della scuola sul versante digitale. Nonostante le molteplici iniziative nazionali realizzate in questi anni per promuovere la formazione dei docenti sulle tecnologie didattiche, il mondo della scuola ha evidenziato un consistente bisogno di formazione. Parlando con gli insegnanti emerge con chiarezza che si sono sentiti impreparati sul piano tecnologico e metodologico. Molti hanno seguito tutoriali online oppure hanno partecipato a webinar sulla DaD, ma in modo estemporaneo. A fronte di questi bisogni formativi, credo che il progetto concepito con Coop ha proprio l’obiettivo di incanalare il percorso formativo all’interno di alcune coordinate metodologiche e teoriche: i docenti non hanno bisogno solo di sapere come funziona uno strumento, ma soprattutto di come ripensare la didattica e come integrare le tecnologie nelle loro pratiche didattiche quotidiane. Dall’altra parte gli scenari che si prospettano all’orizzonte sono ancora piuttosto incerti, quindi è importante in questi mesi prepararsi. Se il virus ci ha colto impreparati la prima volta, è opportuno che questa seconda volta la scuola in particolare sia pronta, per organizzare dei percorsi formativi che siano alla portata dei ragazzi e della situazione.
Sono tre i concetti fondamentali che l’emergenza ci ha insegnato: progettazione, flessibilità e autonomia. La didattica digitale non si improvvisa ma va progettata, tenendo conto di quello che è il nuovo setting, in cui appunto tempo e spazio sono completamente diversi. Attraverso la didattica digitale è possibile rendere più flessibili i contenuti, la fruizione e l’accesso ai materiali didattici. Attraverso la didattica digitale possiamo favorire lo sviluppo di una maggiore autonomia da parte dei nostri studenti. Occorre perciò evitare di fare lezioni assimilabili a monologhi, gli studenti vanno coinvolti in modo attivo, vanno ascoltati e resi partecipi del processo di insegnamento-apprendimento. Occorre poi evitare di caricare gli studenti di compiti senza restituire un feedback puntuale nell’ottica della valutazione formativa: i ragazzi si aspettano dagli adulti considerazione, incoraggiamento, è nostro dovere orientarli nella complessità, favorendo lo sviluppo della loro autonomia emotiva e cognitiva.
La tecnologia digitale in questi mesi ci ha permesso di rimanere connessi anche se distanti. Il distanziamento fisico non si è tradotto in distanziamento sociale, almeno per larga parte della popolazione. E ciò lo dobbiamo alle tecnologie di rete. Detto ciò, bisogna anche stare attenti al rovescio della medaglia. L’uso della tecnologia può scivolare nell’ipertrofia tecnologica, vale a dire nell’uso eccessivo delle piattaforme digitali, ai danni del benessere psicofisico della persona. Si comincia oggi a parlare di benessere digitale e credo sia sempre più necessario parlarne. Occorre maturare un rapporto equilibrato con le tecnologie, integrando le opportunità dell’immateriale digitalizzato con i benefici del fare esperienza diretta del corpo. Ne parleremo, sempre nell’ambito del progetto Coop per la scuola, a settembre con un nuovo ciclo di webinar sul Benessere digitale e Cittadinanza.
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