Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente contributo di Pinella Giuffrida, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Elio Vittorini” di Siracusa.
Il conflitto russo-ucraino è entrato ormai da giorni prepotentemente nelle nostre case attraverso la TV e ci sconvolge con immagini crude e terribili.
I bambini, a differenza degli adulti, non hanno ancora maturato strumenti psicologici “difensivi” efficaci. Specialmente i più piccoli non sono ancora capaci di innalzare “barriere virtuali” per fronteggiare adeguatamente la visione di scene di guerra raccapriccianti, tragiche e spaventose.
Proteggere i bambini dalle immagini di guerra è una emergenza educativa da affrontare al più presto. Occorre saper gestire le emozioni che i bambini provano bambini davanti agli orrori della guerra.
Occorre anzitutto che noi adulti possiamo porci come “filtro” affinché le immagini della guerra non provochino nei bambini traumi che potrebbero segnare, anche pesantemente, il loro sviluppo psicologico.
Per far ciò occorre mediare i contenuti di tv e giornali, evitando l’approccio diretto alle notizie.
Diventa indispensabile distogliere i nostri bambini da un certo “cibo” mediatico e distrarli. Mai come oggi è indispensabile che la famiglia riunita a tavola discuta, scherzi, sorrida… a TV spenta. I report mattutini o i servizi dei TG sulla guerra è meglio che rimangano appannaggio esclusivo degli adulti. Guardare tutti insieme programmi per bambini è, specialmente in questo periodo, un’alternativa di fondamentale importanza.
Noi adulti non siamo, a volte, “buoni ascoltatori” nei confronti dei nostri bambini. È nella nostra natura dispensare consigli, “fare lezione”, spiegare, dare delle regole. In molti casi ci sfugge l’interiorità e bei bambini e dei ragazzi.
Saper ascoltare significa entrare in empatia con le emozioni dell’altro, significa fare in modo che i bambini, parlando delle loro emozioni, “tirino fuori” ansia, paura, rabbia, tenerezza, sbigottimento… Queste emozioni, non immediatamente chiare, in alcuni casi possono costituire un veleno per l’anima, un veleno trasparente e silenzioso che, col tempo, potrebbe minare profondamente la serenità dei più piccoli.
Decidere di ascoltare le paure, le ansie e le angosce dei piccoli sarà dunque il primo indispensabile passo.
Il secondo passo sarà aiutarli a verbalizzare le emozioni che provano in relazione alla guerra per cercare di rassicurarli.
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