Innnanzitutto va sottolineato che il POF è espressamente richiamato al primo comma dell’art. 3 del regolamento sulla autonomia scolastica che recita:
"Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il Piano dell’offerta formativa. Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole"
Ma il POF non si riduce ad una "revisione" o ad una estensione del "Progetto educativo di Istituto"; infatti l’art. 3 dello stesso regolamento sottolinea che esso "riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell’offerta formativa".
In questa prima nota suggeriamo un percorso da seguire per far sì che la redazione del Piano si inserisca in un vero e proprio processo di ricerca e sperimentazione e si trasformi in una occasione per sviluppare quella autonomia di ricerca che, se correttamente interpretata ed attuata, potrà contribuire in modo decisivo alla riqualificazione del nostro sistema scolastico.
Schematizzando, prima di redigere materiale il testo del Piano sarà indispensabile
• Analizzare sistematicamente il fabbisogno educativo e formativo degli alunni e del territorio in generale
• Elaborare e mettere a punto le idea-guida, i principi educativi ai quali ispirare l’attività della singola istituzione scolastica
• Approvare formalmente criteri ed obiettivi generali
A questo punto si è pronti per passare alla fase di stesura ed approvazione del documento che possiamo ulteriormente articolare in altre sottofasi
• Stesura dell’ "indice" del documento
• Sviluppo progettuale
• Discussione del documento sia all’interno della istituzione scolastica (collegio dei docenti – consiglio di istituto – comitato/associazione dei genitori e, nelle scuole superiori, degli studenti)
• Approvazione formale del documento
• Comunicazione interna e esterna
L’ultimo aspetto è quella della progressiva ridefinizione del Piano.
Il documento deve contenere strumenti "autocorrettivi", deve cioè indicare in che modo se ne possa verificare e valutare l’efficacia e l’efficienza e, soprattutto, di quali strumenti la scuola intenda dotarsi per poterlo correggere e migliorare, adeguandolo via via ai mutamenti del contesto sociale.
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