La didattica a distanza(DAD) si è rivelata utile a colmare un vuoto in questo momento di emergenza, ma ha marcato ancora di più le differenze sociali ed economiche fra gli alunni. Quelli che si trovano in povertà non hanno possibilità di collegarsi ad Internet, di utilizzare un computer o un tablet o anche uno smartphone magari posseduto dai genitori ma di vecchia generazione e quindi senza la possibilità di poter accedere alle piattaforme didattiche che la scuola propone.
Il Ministero dell’Istruzione con il decreto n. 187 del 26 marzo 2020 ha stanziato 70 milioni di euro suddivisi per ciascuna istituzione scolastica per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso gratuito, dispositivi digitali individuali.
Ma evidentemente non bastano, specie per le scuole che si trovano in aree dove prevale la povertà economica e sociale che poi diventa anche povertà culturale.
Comprendendo lo sforzo che sta facendo il Governo in questo momento di crisi a tutti i livelli, faccio la seguente proposta che spero il personale della scuola e i loro sindacati rappresentativi in primis e il Ministero dell’Istruzione di subordine possano accogliere.
Visto che il fondo d’Istituto potrà essere pagato solo parzialmente perché la scuola si è interrotta traumaticamente dal 5 marzo e riaprirà probabilmente il 1 settembre, molti compiti e progetti sono stati interrotti. Disponiamo che i soldi che si risparmiano sul Fondo d’Istituto di quest’anno siano utilizzati per acquistare i device per gli alunni più poveri.
Eugenio Tipaldi